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Una Fetta Di Limone

 

Testo Una Fetta Di Limone - 1961

 

Signora non ci siamo capiti
signora sta a sentir quello che ti dico
no ai tuoi baci dico no
no al tuo amore dico no
al tuo languido sorriso dico 
no no no.

Non voglio i tuoi palazzi non voglio le ricchezze
non voglio le carezze
sei ricca ma sei racchia ma guardati allo specchio
non vedi che sei vecchia
dimmi che vuoi da me.

Ma visto che tu insisti nel farmi le proposte
ti dirò qualcosa c'è che desidero da te
una fetta di limone una fetta di limone
una fetta di limone una fetta di limone
nel tè.

Non voglio i cento sacchi né il grano per gli intappi 
né i regalini a mucchi 
sei ricca ma sei sciocca per me sei troppo secca
per questo non mi cucchi 
dimmi che vuoi da me

Ma visto che tu insisti nel farmi le proposte
ti dirò qualcosa c'è che desidero da te
una fetta di limone una fetta di limone
una fetta di limone una fetta di limone
nel tè.

 

Presente negli album: 

 

Giorgio Gaber 

Giorgio Gaber

  

Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane

 

  • Creato il .

Il Cancro

 

Testo Il Cancro - 1976/1977

 

Nell’aria
come una scadenza
incombe incredibilmente
una dolce uguaglianza
 
C’è un’aria che rassicura
e piano piano 
progressivamente
la vita migliora
 
Ma quello che succede in fondo ai tuoi polmoni, o al tuo intestino, è quello che conta, è qualcosa che ti hanno messo dentro, e ti mangia piano piano, come un cancro. Hanno inventato un nemico molto più geniale, che non si vede, un nemico segreto e consapevole che ti viene incontro, hanno inventato il cancro.
 
E ti lasciano libero
con questa cosa dentro
con quel milione di molecole
che non ti ubbidiscono più
 
che lavorano per conto loro
che proliferano silenziose
e non le vedremo mai
quelle molecole pazze
cancerose
 
Non sapremo nemmeno se sono esistite
quelle cellule ingorde insaziabili enormi
voraci affamate di noi ci mangeranno
come vermi
 
E si vive si ha voglia di vivere
esitando sotto un tiepido cielo
coi valori di un uomo
che non è più un uomo
ma il suo sfacelo
 
Non si può ancora morire
con questa smorfia sul viso
con dentro un’inutile rabbia
con questo terrore
e senza uno scopo preciso
 

Non si può ancora morire
mentre ti agiti inerte
aggrappati all’ultima azione
che ancora puoi fare
non devi fallire la morte
 
E’ difficile vivere con gli assassini dentro, forse è più facile vivere con gli assassini fuori, visibili riconoscibili, che ti sparano addosso dalle strade, dalle cattedrali, dalle finestre delle caserme, dai palazzi reali dai balconi col tricolore. Assassini che in qualche modo puoi combattere, li vedi, sai cosa fanno, e qualche volta si possono anche ammazzare, assassini vecchi superati cialtroni, che non sono mai riusciti a cambiare nessuno, a cambiarlo dal di dentro. Prevedibili e schematici anche nella cattiveria, come le bestie bionde, come le bestie nere, che ti possono togliere la libertà, mai le tue idee. Come quegli ingenui e patetici esemplari che esistono ancora oggi, ma non contano, sono un diversivo, un fatto di folklore, una mazurca. Ma l’assassino dentro, è come un’iniezione, non la puoi fermare non risparmia nessuno, nessuno sfugge alla scadenza. E’ difficile vivere con gli assassini dentro, appena ce li hai iniettati, ti si rivoltano contro.
 
Martiri martiri senza croce
invalidi invalidi di pace
martiri fuori e dentro le case
martiri ribelli o
a centoottantamila lire al mese
 
Disperati ammalati incazzati lo stesso
incazzati fino all’ultimo globulo rosso
controllato e spiato a dovere
dall’assalto del tumore
 
Martiri liberi con questa cosa dentro
con quel milione di molecole
che non ti ubbidiscono più
 
Che lavorano per conto loro
che proliferano silenziose
e non le vedremo mai
quelle molecole pazze
cancerose
 
Non sapremo nemmeno se sono esistite
quelle cellule ingorde insaziabili enormi
voraci e affamate di noi ci mangeranno 
come vermi
E gli amori continua
no a nascere
dolcemente come consolazione
fra una donna e un uomo che 
non è più un uomo ma un’infezione
 
Non si può ancora morire
con questa smorfia sul viso
con dentro un’inutile rabbia
con questo terrore
e senza uno scopo preciso
 
Non si può ancora morire
mentre ti agiti inerte
aggrappati all’ultima azione
che ancora puoi fare
non devi fallire la morte

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 

 

PRIMO TEMPO

 

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

 

 

SECONDO TEMPO

 

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis

 

  • Creato il .

Una Lettera

 

Testo Una Lettera - 1961

 

Mia cara
sono molto lontano dalla mia città
i limoni fioriscono ancora 
ma qui non conosco nessuno.

Ieri un nostro paesano
è arrivato al mio quartiere
ma io non lo conosco
non gli posso nemmeno parlar di te.

Mia cara
sono come un estraneo in questa città
le colline fioriscono ancora 
ma qui non le guarda nessuno.

Oggi un altro paesano
s’è ferito al mio cantiere
ma io non lo conosco
e gli son troppo lontano per piangere.

Se domani tu mi scriverai
che ti sei già sposata
io che ti conosco
sono troppo lontano per piangere.

 

Presente negli album: 

 

Giorgio Gaber 

Giorgio Gaber

 

  Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane   

Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane

  

  • Creato il .

Finale (prosa) - bis

 

Testo Finale (prosa) - bis - 1976/1977

 

Ogni epoca ha le sue malattie, mio zio, ricorda sempre la Spagnola, travolgente drammatica violenta, adattissima agli umori umani del suo tempo. si potrebbe studiare la storia dal linguaggio delle malattie. E poi la tisi, il mal sottile, che colpiva deliziosamente un’umanità romantica illanguidita, attaccata alle tende. 
Si muore come si deve, l’epoca lo esige, l’importante, è opporsi alle malattie, l’importante è non invecchiare. Essere vecchi, significa non trovare più una parte eccitante fisica da interpretare, e cadere in quello stupido riposo in cui si aspetta la morte. 
Non l’abbiamo mica rubato il gusto di vivere, ci spetta di diritto, ma forse non basta più difenderlo, con la pentola che bolle, con la libertà, col potere all’immaginazione. 
E’ come se si sentisse il bisogno, di un rigore, a scanso di equivoci, da inventare ogni giorno, non un poliziotto, no, ma...un guardiano di me stesso, la libertà di non essere liberi.
E ora? Ai miei amici che gli racconto? Si ai renudi, ai gesùliberi, agli erbivoglio, a libertà uno due tre quattro, ma che gli racconto? Io, che sono sempre stato d’accordo che si può far tutto....
 
Si può siamo liberi come l’aria
si può siamo noi che facciam la storia
si può
libertà libertà libertà... 

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis
  • Creato il .

Buonanotte Tesoro

 

Testo Buonanotte Tesoro - 1961

 

Buonanotte tesoro
dormi e fa sogni d’oro
buonanotte tesoro 
qui con me amor.

Già riposi amore
gli occhi hai chiuso già
ed il tempo vola
nell’oscurità.

Io non dormo
penso a te
so che sogni
forse sogni me.

Buonanotte tesoro
dormi e fa sogni d’oro
buonanotte tesoro 
qui con me amor.

Buonanotte tesoro
dormi e fa sogni d’oro
buonanotte tesoro 
qui con me amor.

 

Presente negli album: 

 

Giorgio Gaber 

Giorgio Gaber

 

Rock' n' Roll, Amore e Storie Metropolitane

  

Prima del Signor G - Giorgio Gaber 1958/1970 

Prima del Signor G - Giorgio Gaber 1958/1970

 
  • Creato il .