DISCOGRAFIA
Il Dono (prosa)
Testo Il Dono (prosa) - 1976/1977
Ueh, mi è arrivato un dono, che bello, qualcuno ha pensato a me. Pesante eh, che sarà?
Sarà un Brionvega, no su questo non ci cago. Quando sono nei negozi lì tanti, allora ha anche un senso rompere tutto, ma questo qui...me lo metto in camera, e clic Capodistria, un po' sdoppiato, a me queste cose mi fanno impazzire vedi, meno contrasto, migliora...però fa la neve, va bene va bene, non lo toccare, va bene, gli altri dietro, andava benissimo. Hanno sempre paura che peggiori, lo miglioro no, è poi è mio, me l’ha regalato mio zio. Bello questo senso del dono, questo gusto di godere della gioia di un altro, bello. Maledizione, adesso devo contraccambiare, questa è l’insidia del dono, la donazione oggi è sempre sospetta di intenzioni inconfessate, e ti viene la fretta di sdebitarti, tremendo, no, non per i soldi, capire cosa lui ama, cercare tra sue gioie, trovare un oggetto che lui possa toccare, con gusto. Entrare, pensare ad un altro come fosse un soggetto, impossibile. Ma, ma non sarebbe meglio regalarsi del denaro? Diecimila, diecimila, diecimila, poi ritorna, la catena di sant’Antonio. No impossibile, lo zio è troppo sensibile, ci vuole qualcosa di più affettuoso. Il frigorifero ce l’ha, è poi gli manca quel calore, no mi piace come oggetto, simpatico si, discreto educato silenzioso, bssssss, un po' freddino, nordico, socialdemocratico .
La lavatrice invece non la sopporto, latina, carattere spagnolo, esibizionista invadente, tototò trrr, tototò trrr, non mi piace, va lì a tampinare la lavastoviglie vedi? La lavastoviglie, il bidone aspiratutto l’affettatrice il tostapane il frullatore. Sono circondato, aiuto, bisogna fare qualcosa, aiuto, altro che zio. Bisogna fare qualcosa, sono circondato, aiuto. Che vogliono? Io non c’ho niente, chi sono? Io non c’ho niente di mio, io io, io spezzo tutto, rompo distruggo, butto via via, fuori dalle finestre, via tutto, per le strade, una montagna, le case vuote tutto nelle strade, una montagna di rifiuti.
Scatole, cartacce, stracci, cocci rotti, buon anno. Pentole cucchiaini, una ruota di bicicletta, una ruota di bicicletta? Si, una ruota di bicicletta. Pillole, pannolini, vasi da notte, escrementi, un attaccapanni, mezzo armadio, un camion una nave.
Mi son lasciato prendere la mano, una montagna, una montagna di rifiuti....ogni giorno a Milano, si accumulano duemilacinquecento tonnellate di rifiuti, duemilacinquecento, c’è da pensarci eh.
Intendiamoci, non si può dire alla gente di consumare di meno o di produrre di meno, è un’utopia chiaro, l’unica salvezza è il riciclaggio dei rifiuti, o la disintegrazione. Io sono per il riciclaggio, mi sembra più serio come lavoro, e anche meno di spreco, bisogna organizzarsi bene selezionare, catalogare classificare, si, tutti al lavoro nel riciclaggio. Anch’io anch’io certo, mi piace il riciclaggio, ce l’ho nel sangue, è una questione di coscienza, avanti tutti al lavoro, in quest’ammasso di roba, enorme e anche schifosa, non importa, cerca ammucchia distingui, le plastiche da una parte, il riciclaggio è un lavoro collettivo da fare con un certo impegno, tutti insieme. Le plastiche vanno da una parte, e poi i vetri e poi i metalli, buoni i metalli, con cautela da una parte, e poi gli escrementi, uhh ce ne viene di roba con questi si, e poi il gatto, di chi è questo gatto? C’è un gatto, vai via, ma è vivo per di più, vai via, guarda che, guarda che ti riciclo eh, guarda che arriva la macchina che ti fa un pacchetto, ti fa un cubo, attento devi scappare, anch’io, anch’io, anch’io, clac riciclato, con la merda.
Sarà un Brionvega, no su questo non ci cago. Quando sono nei negozi lì tanti, allora ha anche un senso rompere tutto, ma questo qui...me lo metto in camera, e clic Capodistria, un po' sdoppiato, a me queste cose mi fanno impazzire vedi, meno contrasto, migliora...però fa la neve, va bene va bene, non lo toccare, va bene, gli altri dietro, andava benissimo. Hanno sempre paura che peggiori, lo miglioro no, è poi è mio, me l’ha regalato mio zio. Bello questo senso del dono, questo gusto di godere della gioia di un altro, bello. Maledizione, adesso devo contraccambiare, questa è l’insidia del dono, la donazione oggi è sempre sospetta di intenzioni inconfessate, e ti viene la fretta di sdebitarti, tremendo, no, non per i soldi, capire cosa lui ama, cercare tra sue gioie, trovare un oggetto che lui possa toccare, con gusto. Entrare, pensare ad un altro come fosse un soggetto, impossibile. Ma, ma non sarebbe meglio regalarsi del denaro? Diecimila, diecimila, diecimila, poi ritorna, la catena di sant’Antonio. No impossibile, lo zio è troppo sensibile, ci vuole qualcosa di più affettuoso. Il frigorifero ce l’ha, è poi gli manca quel calore, no mi piace come oggetto, simpatico si, discreto educato silenzioso, bssssss, un po' freddino, nordico, socialdemocratico .
La lavatrice invece non la sopporto, latina, carattere spagnolo, esibizionista invadente, tototò trrr, tototò trrr, non mi piace, va lì a tampinare la lavastoviglie vedi? La lavastoviglie, il bidone aspiratutto l’affettatrice il tostapane il frullatore. Sono circondato, aiuto, bisogna fare qualcosa, aiuto, altro che zio. Bisogna fare qualcosa, sono circondato, aiuto. Che vogliono? Io non c’ho niente, chi sono? Io non c’ho niente di mio, io io, io spezzo tutto, rompo distruggo, butto via via, fuori dalle finestre, via tutto, per le strade, una montagna, le case vuote tutto nelle strade, una montagna di rifiuti.
Scatole, cartacce, stracci, cocci rotti, buon anno. Pentole cucchiaini, una ruota di bicicletta, una ruota di bicicletta? Si, una ruota di bicicletta. Pillole, pannolini, vasi da notte, escrementi, un attaccapanni, mezzo armadio, un camion una nave.
Mi son lasciato prendere la mano, una montagna, una montagna di rifiuti....ogni giorno a Milano, si accumulano duemilacinquecento tonnellate di rifiuti, duemilacinquecento, c’è da pensarci eh.
Intendiamoci, non si può dire alla gente di consumare di meno o di produrre di meno, è un’utopia chiaro, l’unica salvezza è il riciclaggio dei rifiuti, o la disintegrazione. Io sono per il riciclaggio, mi sembra più serio come lavoro, e anche meno di spreco, bisogna organizzarsi bene selezionare, catalogare classificare, si, tutti al lavoro nel riciclaggio. Anch’io anch’io certo, mi piace il riciclaggio, ce l’ho nel sangue, è una questione di coscienza, avanti tutti al lavoro, in quest’ammasso di roba, enorme e anche schifosa, non importa, cerca ammucchia distingui, le plastiche da una parte, il riciclaggio è un lavoro collettivo da fare con un certo impegno, tutti insieme. Le plastiche vanno da una parte, e poi i vetri e poi i metalli, buoni i metalli, con cautela da una parte, e poi gli escrementi, uhh ce ne viene di roba con questi si, e poi il gatto, di chi è questo gatto? C’è un gatto, vai via, ma è vivo per di più, vai via, guarda che, guarda che ti riciclo eh, guarda che arriva la macchina che ti fa un pacchetto, ti fa un cubo, attento devi scappare, anch’io, anch’io, anch’io, clac riciclato, con la merda.
Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:
PRIMO TEMPO
- Introduzione (prosa)
- I Reduci
- L'Inserimento (prosa)
- Flash
- Le Carte
- Il Delirio
- La Cacca Dei Contadini (prosa)
- Il Comportamento
- Il Dono (prosa)
- Lona (canzone-prosa)
- Il Sogno di Gesù (prosa)
- L'Uomo Muore
SECONDO TEMPO
- La Solitudine
- La Coscienza (prosa)
- La Smorfia
- I Partiti (prosa)
- Le Elezioni
- Il Tennis (prosa)
- Quando Lo Vedi Anche
- L'America (prosa)
- Si Può
- Il Sogno Di Marx (prosa)
- Il Cancro
- Finale (prosa) - bis