DISCOGRAFIA
Le Carte
Testo Le Carte - 1976/1977
Senza offesa, lei è giovane, se ne faccia una scorta, più che può. Le carte sono importanti, sono tutto. Per farglielo vedere, per sapere chi sei. Guardi, senza offesa, ne ho quattro borse, ci dormo sopra. Sapete com'è nella confusione, tutti ti fregano le carte, lasci lì il tuo atto di nascita non lo trovi più. Sei rovinato. E' difficile rifarsi una vita, senza essere nato. E intanto, da qualche parte, c'è qualcuno che se lo gode il tuo atto di nascita. Ingordi, affamati di identità.
Io non mi posso lamentare guardi, quello che basta. Ma ce n’è anche chi ce ne ha più di me. Parlavo con uno, così, in confidenza, senza competizione, a un certo punto mi fa, lei non sa chi sono io. Era tutti.... che invidia.
Mi creda, non bastano mai. E' colpa della pace, trop¬po ordine. In guerra, c'era un gran casino potevi sgattaiolare. In pace, non si sta mai in pace. In pace non basta esistere, lo devi dimostrare, ci vogliono le prove. Cogito ergo sum, carte, altro che Cartesio.
E poi manca sempre qualcosa, ha voglia ad essere prudente. Lei non mi crederà, ma quando vedo la polizia, il tremore. Eppure c’ho tutto, credo. Tutto dentro le borse, c’ho tutto ma fischio, fischietto sempre quando vedo la polizia, e gli butto lì quattro borse, indifferente. Tre giorni, tre giorni a Ventimiglia. Si capisce, gli danno un'occhiata, ma ce n'è anche di buoni di padri di famiglia, chiudono un occhio.
E così io posso essere Lorenzi, perché io sono Lorenzi. O no? Non importa, non si saprà mai. L’importante è che ce le ho tutte le carte, l’importante è che sono in regola, altrimenti che fai? La gente si rassomiglia, si rassomiglia troppo, mi creda. Uno, ammazza un ragazzo vicino a Roma, si mette un paio di occhiali, va in Svizzera, “Sono Cary Grant” ...e se ha le carte, passa.
Scusi, ma lei è proprio lei? Ne ho visti di tipi come lei, senza offesa. Ero così anch'io. Non è rimasto più niente dell'individuo, niente. Finito, sgretolato. Vuole un certificato? Scusi la rima. Ero un poeta io. Lo prenda, lo prenda. Quelli che resistono sono i peggiori, una valanga di spostati, come all'uscita dei conservatori. Lo pren¬da, prima che sia troppo tardi. Anch'io ero come lei, ero un poeta, ma ho smesso. E dopo un po' tutti quelli che smettono si rassomigliano. Sul terreno della sconfitta, mi creda, non c’è nessuna differenza tra un filo¬sofo che fa il barista, un ladro in disuso o un rivoluzionario smesso, senza offesa. Tra una decina d’anni saremo tutti uguali certo, tutti uguali nei fallimenti. Ecco, questa sì che è una bella aggregazione, vengo anch'io, senza offesa.
Le persone si uniscono, per un autobus che non hanno preso.
Io non mi posso lamentare guardi, quello che basta. Ma ce n’è anche chi ce ne ha più di me. Parlavo con uno, così, in confidenza, senza competizione, a un certo punto mi fa, lei non sa chi sono io. Era tutti.... che invidia.
Mi creda, non bastano mai. E' colpa della pace, trop¬po ordine. In guerra, c'era un gran casino potevi sgattaiolare. In pace, non si sta mai in pace. In pace non basta esistere, lo devi dimostrare, ci vogliono le prove. Cogito ergo sum, carte, altro che Cartesio.
E poi manca sempre qualcosa, ha voglia ad essere prudente. Lei non mi crederà, ma quando vedo la polizia, il tremore. Eppure c’ho tutto, credo. Tutto dentro le borse, c’ho tutto ma fischio, fischietto sempre quando vedo la polizia, e gli butto lì quattro borse, indifferente. Tre giorni, tre giorni a Ventimiglia. Si capisce, gli danno un'occhiata, ma ce n'è anche di buoni di padri di famiglia, chiudono un occhio.
E così io posso essere Lorenzi, perché io sono Lorenzi. O no? Non importa, non si saprà mai. L’importante è che ce le ho tutte le carte, l’importante è che sono in regola, altrimenti che fai? La gente si rassomiglia, si rassomiglia troppo, mi creda. Uno, ammazza un ragazzo vicino a Roma, si mette un paio di occhiali, va in Svizzera, “Sono Cary Grant” ...e se ha le carte, passa.
Scusi, ma lei è proprio lei? Ne ho visti di tipi come lei, senza offesa. Ero così anch'io. Non è rimasto più niente dell'individuo, niente. Finito, sgretolato. Vuole un certificato? Scusi la rima. Ero un poeta io. Lo prenda, lo prenda. Quelli che resistono sono i peggiori, una valanga di spostati, come all'uscita dei conservatori. Lo pren¬da, prima che sia troppo tardi. Anch'io ero come lei, ero un poeta, ma ho smesso. E dopo un po' tutti quelli che smettono si rassomigliano. Sul terreno della sconfitta, mi creda, non c’è nessuna differenza tra un filo¬sofo che fa il barista, un ladro in disuso o un rivoluzionario smesso, senza offesa. Tra una decina d’anni saremo tutti uguali certo, tutti uguali nei fallimenti. Ecco, questa sì che è una bella aggregazione, vengo anch'io, senza offesa.
Le persone si uniscono, per un autobus che non hanno preso.
Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:
PRIMO TEMPO
- Introduzione (prosa)
- I Reduci
- L'Inserimento (prosa)
- Flash
- Le Carte
- Il Delirio
- La Cacca Dei Contadini (prosa)
- Il Comportamento
- Il Dono (prosa)
- Lona (canzone-prosa)
- Il Sogno di Gesù (prosa)
- L'Uomo Muore
SECONDO TEMPO
- La Solitudine
- La Coscienza (prosa)
- La Smorfia
- I Partiti (prosa)
- Le Elezioni
- Il Tennis (prosa)
- Quando Lo Vedi Anche
- L'America (prosa)
- Si Può
- Il Sogno Di Marx (prosa)
- Il Cancro
- Finale (prosa) - bis