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Lona (canzone-prosa)

 

Testo Lona (canzone-prosa) - 1976/1977

 

E poi mi ricordo 
eravamo io Giulio e Lorenza 
e si correva in una strada sabbiosa 
e tu ci venivi dietro con indifferenza 
per non farci capire che eri gelosa.
 
Era il giorno in cui mi accorsi 
del nostro sfacelo 
e decisi di starmene 
un po' da solo
 
Poi ho vissuto con Giulio
eravamo della stessa razza
e leggevamo le stesse poesie
mi piaceva la sua delicata
e inquietante dolcezza
e si fondevano bene
le nostre malattie
 
Si cenava la sera alle nove
e piano piano
con la stessa dolcezza
noi ci odiavamo
 
Piano piano era già diventato
un rapporto pazzesco
allora capii che era meglio
un pastore tedesco
 
Lo Lo Lona Lo Lo Lona
Loo o Lona Lo o Lona
 
E’ buona la Lona
è un cane perfetto
mi piace la sua distaccata
elegante fierezza
 
E’ un cane di razza
un esemplare stupendo
se la chiamo risponde
ai comandi e si muove di scatto
 
Ho trovato con lei 
finalmente 
un rapporto perfetto
 
Loo Lona  Loo Lona
 
Le apro la bocca
per farle un dispetto
lei reagisce fa finta
di mordermi ma per giocare
 
Si fa accarezzare
e senza chiedermi niente
mi sta sempre vicino
la Lona vuole solo il mio affetto
io la chiamo al mattino
lei mi mette le zampe sul letto
 
Buona Lona
devo uscire un momento
buona cosa c’hai da guardare
torno presto lo sai
non ti posso portare
 
Ecco vedi sono già tornato
hai visto Lona non sono partito
non fare quella faccia 
non guardarmi così
sono qui
 
Basta Lona
che cosa ti piglia
non lo vedi che mi ami troppo
che mi ami male
 
Non è mica normale anche se uno non vuole
va sempre a finire così che ci si assomiglia
tu sei tutto per me sei una madre
una moglie una figlia
 
Ma non vedi come mi hai ridotto
sono sfinito mi hai distrutto
non posso mangiare nel piatto dove
mangi tu
 
Non posso leccarmi i baffi
rincorrere gatti e farfalle
adesso ne ho piene le palle
non ne posso più
 
Lona non mi puoi rimproverare
sto strisciando
ho imparato ad abbaiare
 
Non parlo non rido non piango
mi gratto mi annuso
mi rotolo nel fango
 
Cammino a quattro zampe
non vedo più il cielo
comincio a ringhiare
mi è cresciuto anche il pelo
 
E mangio come un cane
e dormo come un cane
e frugo per terra col muso
 
E ti odio come un cane
ti sbrano come un cane
ti ammazzo come un cane rabbioso
 
Non ne posso più
non ho più rimorsi
non ho più pietà
non mi importa un cazzo
ti ammazzo ti ammazzo ti ammazzo
 
(Tre spari)
 
Lona a che pensi? Lona lo sento che pensi a qualcosa, non sono violento. Non c’ho niente da dimostrare io, te lo sei inventata tu che io ero il padrone, io non sono violento. La dovevi smettere di chiedere, è tutto lì. Chiedere sempre chiedere, e poi tu chiedi male, è quel chiedere e non chiedere, aver paura. Ferita ecco ferita, sempre ferita, con quegli occhi lì guardala, non c’è niente di peggio di chi ci resta male, di tutti i modi di chiedere è il più tremendo, è meglio che uno dica voglio voglio, bau bau, mica, uou. Fai la vittima eh? E quando fai la vittima credi di essere remissiva, e invece sei violenta. Si, sei tu che sei violenta, perché? La violenza la si fa solo col fucile? E la violenza docile? la violenza non aggressiva? La violenza di chi non ce la fa a star solo e non può essere abbandonata, e fa quella faccia lì quegli occhi lì che conosco a memoria, che fanno finta di dire, tu puoi far tutto, puoi anche andartene via. Non è vero, non è vero che esistono due possibilità, io ce n’ho una sola, e questa è violenza, non posso andar via perché mi ricatti col tuo dolore assurdo, scusa, mi ricatti col tuo grande amore. A me non mi fa niente bene essere amato molto, almeno così. 
Dammi retta, appena uno ti ama così scappa. Non è mica gratis, e pensare che c’è chi si lamenta perché non è amato, e essere amato allora? E’ una cambiale, prima o poi la paghi. Una cambiale a scadenza indeterminata, ma incombe. Un incubo. Mi piacerebbe essere un camionista, coi vetri tappezzati di cani e di donne, ma lì, solo lì per guardarli  prima di dormire, insomma, si fa per dire. No non ti offendere Lona, non l’ho detto per te, certo certo, se avessi avuto un camion ti avrei portata con me.
 
Poi mi ricordo che 
senza un preciso ricordo
rivedevo gli amici 
come un convalescente
 
Camminando in un posto 
affollato e un po' assurdo
con la faccia di uno 
che ne ha passate tante
 
E il mio orecchio un po' sordo 
e un po' assente registrava 
le parole di un amico che mi raccontava
tutto quello che era successo quando non c’ero
statistica di coppia sopravvissuti zero

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis
  • Creato il .

Il Sogno di Gesù (prosa)

 

Testo Il Sogno di Gesù (prosa) - 1976/1977

 

- Quando si è un po' filosofi, non si sogna mai, a caso. Ero, una specie di Diogene, con una lampada in mano, in un posto che poteva essere Roma, cercavo l’uomo in questo sgretolamento. Sento cantare da lontano, sarà Claudio Villa,  non era Claudio Villa, si avvicina, più moderno, era Gesù. Cristo. Bello luminoso, stupendo  capelli un po' lunghi, si, un filino di neon intorno che fa, bsssss. L’avrei baciato. No gli porta male. Maestro, maestro, qui è un disastro, manca lo spirito, guardi, guardi lei che se ne intende.
- Figliolo, non avete capito niente
- Credevo fosse più gentile
- Non è una questione di spirito, il segreto sta nel corpo
- Com’è semplice eh, lapidario, sempre stato. Si capisce tutto, altro che Hegel. Si maestro, d’accordo, via lo spirito, toh Hegel, ma anche come corpo qui, catastrofe. L’ha letto l’io diviso? Catastrofe
- E io, cosa crede che abbia trovato ai mie tempi? La decadenza, lo sfasciamento, me ne intendo di sfaceli io
- Spiritoso Gesù, sempre col dito alzato, ho capito da chi ha preso Montini. Ascolta Gesù, non riesco a farmi capire, forse sei un po'...insomma, sono passati diversi anni, e poi tu non hai mai capito un granché di storia, non te ne fare una croce. Voglio dire che anche noi, si tenderebbe all’interezza sì, solo che le nostre condizioni storico politiche, va bè per te è arabo, voglio dire, la repressione, l’educazione, mi interrompe.
- Ti capisco figliolo, ti capisco, anch’io c’ho avuto un padre autoritario. Mia madre mi lasciava far tutto, e io mi sono sganciato, mi sono occupato dell’uomo, mica astrazioni, e ho fatto tutto un lavoro sul corpo, guarda qui
- La madonna..cioè, cioè Gesù, fatti vedere,  non dal dottore, voglio dire, fatti capire, tu non sei famoso per il corpo, sei famoso insomma, sei un po' evanescente eh
- Ma che evanescente, sono corporeo io, non c’ho niente di divino, non mi hai mai sfiorato l’idea, io vivo, parlo anche poco, non è vero quello che dicono, faccio delle cose semplici come respirare, un’energia naturale dentro di me, mica fuori, quella ce l’ha il mio babbo, dicono.
Non ho mai parlato di anima io, ho sempre fisicizzato tutto, basta guardare come mi muovo, sono l’unico che sa camminare in un prato
- O mamma come si muove bene, bello, bello senz’anima. Come noi  
- E no. Voi siete brutti stupidi ideologici, mentali, voi anche quando parlate di corpo siete distaccati, testacchioni, andate sempre di testa voi, sempre di testa. Andate di corpo
- Si si Gesù, ma anche noi ci siamo mossi, cosa credi, che io non ce l’abbia il problema di fisicizzare?
- Oh oh oh oh, le ho sentite le tue storielle, l’idea l’idea, se potessi mangiare un’idea... e io, cosa credi che abbia voluto dire con la comunione?  L’idea, che ti entra nel corpo. Non avete capito un’ostia, le ho dette duemila anni fa quelle stupidate lì
- Si si Gesù, ma anche tu sei sicuro che, che, un po' di ideologia
- No
- Si quando hai detto a san Pietro di mettere.. si, la pietra. 
- E si, lì ho fatto una cazzata, è per mio padre sai, non c’ha mai avuto una casa, però bella eh, solida, un chiesone che non finisce mai, perché se uno fa le cazzate, perlomeno che le faccia bene. Se penso a voi mi fate pena, ogni sei mesi, una chiesettina, poi crolla, un’altra chiesettina un’altra chiesettina, non vi dura niente la roba 
- Era lì che lo aspettavo, certo, perché crediamo nel movimento, noi
- E allora perché fate le chiesine?
- Già, e come si fa a non farle? Me lo dica maestro, me lo dica lei 
- Figliolo, cerca di sognarti Marx, io c’ho il mio specifico
- E sta per andarsene, un momento maestro, un momento, qui l’uomo muore
- Embè, che c’è di male? Tanto risorge no, la resurrezione del corpo, semplice. Buona pasquaaaa

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis
  • Creato il .

L'Uomo Muore

 

Testo L'Uomo Muore - 1976/1977

 

Ecco, i riflettori si accendono, gli animatori prendono posto, tutto è pronto, l’azione sta per cominciare, uno spettacolo senza precedenti, un lavoro colossale, una rappresentazione drammatica e sconvolgente.
 
Gente silenziosa si prepara per un rito
senza precedenti nella storia
 
Non si sa nemmeno se abbia un nome
il condannato
un’immolazione senza gloria
 
Non è una finzione scenica, lo bruciano davvero. Iperrealismo, nemmeno Iacopetti 
Alto come il cielo un grande fuoco 
sta per cominciare il sacrificio
 
Negli autobus del centro l’uomo muore
nei campi seminati l’uomo muore
ha ancora braccia gambe e un corpo sano
nei cinema affollati l’uomo muore
eppur c’ha gli occhi aperti e un volto umano
 
Brucia brucia si agita e si contorce
brucia brucia ma non c’è più pietà per lui
 
Da solo in una stanza l’uomo muore
nei gesti più generosi l’uomo muore
tra un wiskey un libro d’arte una risata
nei giorni di riposo l’uomo muore
con tutta la sua famiglia abbarbicata
 
Brucia brucia si agita e si contorce
brucia brucia ma non c’è più pietà per lui
 
Bruciano i suoi sentimenti
le gioie gli slanci gli amori gli affetti più teneri
bruciano senza rimpianti i suoi gesti il pensiero
gli errori i contrasti la sua dignità
 
Un grande fuoco nell’aria
alla memoria
nooo non c’è alcuna pietà
è la fine di questa società
 
Ecco, basta, piano, così, adagio, dissolvenza, perfetto, ssss pianissimo atmosfera, ecco così perfetto. Via le masse adesso, adesso via le masse. Mandate via le masse piano, adesso benissimo. Via le masse ho detto, vogliono fare tutti i protagonisti, via via via. Il vecchio è pronto? Ecco avanti il vecchio, fatemelo vedere, bello così, figura intera, di più di più, ecco perfetto.
 
Vaga tra la polvere del rogo un vecchio saggio
vive del ricordo di quei gesti
vuole ricomporre il vecchio uomo
e con coraggio cerca tra la cenere i suoi resti
raccogliendo i pezzi in mezzo al fumo
ha rimesso insieme quasi un uomo
 
Che fa? Cerca i pezzi, li rimette insieme, li incolla. E’ pazzo, un restauratore eh, ma dove siamo? Ueh, euh ma che ci fai con quei pezzi lì ? L’uomo?
E nooo, basta con i rimpianti, chi l’ha detto che la morte non è allegra? Chi l’ha detto che bisogna ricostruirlo? E poi con quei pezzi lì, viene come prima no? Chi lo rivuole?  Il pubblico? Siete matti, c’avete una strana idea della gente, certo, quando si parla a tutti si hanno delle responsabilità, umane e sociali. Bello, allora si fanno le indagini di mercato, si trovano gli ingredienti,  un po' di ottimismo, e dai con i contenuti umani, e l’uomo l’uomo l’uomo, ma quale uomo? 
Non raccontiamoci palle contenuti umani, non ci crede più neanche il papa. Certo, quando  si parla alle masse bisogna usare un linguaggio scadente, adatto a tutti, c’avete una strana idea delle masse, non piace più a nessuno il vostro uomo, e a voi che vi fa comodo, siete voi che lo rivolete, credete alla ricomposizione, bella roba, che vorrebbe dire, riprendere tutti i pezzettini di prima, rimetterli insieme, e alla fine, vien fuori......mio zio. 
Ecco a chi assomigliate, assomigliate allo zio, vi ho visti in televisione, no lui è più simpatico  ma anche lui parla sempre di contenuti umani, contenuti umani. Non ci crede più nessuno, non ci crede più nessuno...o ci crediamo tutti?
Paurosi resistenti, attaccati ai nostri pezzetti bruciati, vecchi ammuffiti putrefatti. Chi l’ha detto che la morte non è allegra?
 
In cerca di un orgasmo l’uomo muore
nei grandi condomini l’uomo muore
davanti a una cucina apparecchiata
parlando coi suoi figli l’uomo muore
fa ancora una resistenza disperata

Brucia brucia senza nessun rimorso
brucia brucia tanto oramai non serve più
 
Nel pianto dei poeti l’uomo muore
nei cruscotti lucidati l’uomo muore
nel linoleum degli uffici riscaldati
tra un sorriso e un cappuccino l’uomo muore
nelle sfide tra gli scapoli e ammogliati
 
Brucia brucia senza nessun rimorso
brucia brucia tanto oramai non serve più
 
Brucia la sua resistenza i suoi amori morbosi
gli sforzi le angosce più inutili
brucia i congressi la scienza la grande nevrosi
la falsa coscienza lavata col dash
 
Un grande fuoco nell’aria
muore la storia
nooooo non avere pietà
è la fine di questa civiltà
 
Ecco, ottimo, è così che dicevo io, piano, macchine indietro, così. Chi l’ha detto che la morte non è commerciale? Indietro piano, così, ecco dissolvenza, fondou fondou. Fine del primo tempo

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis
  • Creato il .

La Solitudine

 

Testo La Solitudine - 1976/1977

 

La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
Uno c’ha tante idee
ma di modi di stare insieme
ce n’è solo due
 
C’è chi vive
in piccole comuni o in tribù
la famiglia il rapporto di coppia 
c’è già nei capitoli precedenti
ormai non se ne può più
 
La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
Uno fa quel che può
per poter conquistare gli altri
castrandosi un po'
 
C’è chi ama o fa sfoggio di bontà
ma non è lui
è il suo modo di farsi accettare di più
anche a costo di scordarsi di se
ma non basta mai
 
La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
Certo vivendo insieme
se chiedi aiuto quando sei
disperato e non sopporti
puoi appoggiarti
 
Un po' di buona volontà
e riesco pure a farmi amare
 
ma perdo troppi pezzi e poi
son cazzi miei
non mi ritrovo più
 
Maledizione, dove sono? Eccoli lì, eccoli lì che se li mangiano i miei pezzi, cannibali. Troppa fame credimi, gli dai una mano, ti prendono un braccio. Ve la do io la comune, cannibali, credimi, in due si sta bene, in due...un esercito
 
La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
La solitudine non è mica una follia
è indispensabile
per star bene in compagnia
 
Bravi, tutti insieme, che affiatamento, quasi quasi farei un gruppo eh.

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis

 

  • Creato il .

Io se fossi Dio

Testo Io se fossi Dio (1981)

Abbiamo lasciato
un bacio a metà
aspetta mi hai detto
c’è gente di là.

Perché non si può stare soli un po’
lo sai che non mi basterà
questo timido bacio
così a metà.

Sono stanco di aspettare
per un bacio solamente
non ti devi preoccupare
se fai ridere la gente.

È brutto lasciare
un bacio a metà
purtroppo c’è gente
che viene e che va.

Che c’è di tanto strano nell’amor
chi passa e vede riderà
di quel timido bacio
così a metà.

Perché non si può stare soli un po’
lo sai che non mi basterà
questo timido bacio
così a metà.

Sono stanco di aspettare
per un bacio solamente
non ti devi preoccupare
se fai ridere la gente.

Ti bacio mi baci
qualcuno vedrà
che cosa importa
se il mondo lo sa.

Ti voglio tanto bene ed è perciò
che agli altri non nasconderò
tutti i nostri baci e il nostro amor
e il nostro amor
e il nostro amor

 

Dall'album Anni Affollati - tracce:

giorgio gaber anni affollati 

 

1- Anni Affollati

2- Anni Affollati

3- Anni Affollati

4- Anni Affollati

5- Anni Affollati

6- Anni Affollati 

7- Anni Affollati (2)

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