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C'è Solo La Strada

 

Testo C'è Solo La Strada - 1974/1975

 

Maria ti amo. Maria ho bisogno di te. Poi la stringo e la bacio, infagottato d'amore e di vestiti. E anche lei si muove, felice della sua apparenza e del nostro amore. E la cosa continua bellissima per giorni e giorni. Una nave, con una rotta precisa che ci porta dritti verso una casa, una casa con noi due soli, una gran tenerezza e una porta che si chiude.

Nelle case 
non c'è niente di buono 
appena una porta si chiude 
dietro un uomo

Succede qualcosa di strano 
non c'è niente da fare 
è fatale quell'uomo 
incomincia a ammuffire

Ma basta una chiave 
che chiuda la porta d'ingresso 
che non sei già più come prima
e ti senti depresso.

La chiave è tremenda 
appena si gira la chiave 
siamo dentro una stanza
si mangia si dorme si beve.

Ne ho conosciute tante di famiglie, la famiglia è più economica e protegge di più. Ci si organizza bene, una minestra per tutti, tranquillanti aspirine per tutti, gli assorbenti il cotone i confetti Falqui, soltanto quattrocento lire per purgare tutta la famiglia, un affare. Si caga, in famiglia, si caga bene, lo si fa tutti insieme.

Nelle case 
non c'è niente di buono 
appena una porta si chiude 
dietro un uomo.

Quell'uomo è pesante 
e passa di moda sul posto 
incomincia a marcire 
a puzzare molto presto.

Nelle case 
non c’è niente di buono
c'è tutto che puzza di chiuso e di cesso 
si fa il bagno ci si lava i denti 
ma puzziamo lo stesso.

Amore ti lascio ti lascio.

C'è solo la strada 
su cui puoi contare 
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire 
di esporsi nella strada e nella piazza.

Perché il giudizio universale
non passa per le case 
le case dove noi ci nascondiamo 
bisogna ritornare nella strada 
nella strada per conoscere chi siamo.

C'è solo la strada su cui puoi contare 
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire 
di esporsi nella strada e nella piazza.

Perché il giudizio universale
non passa per le case 
e gli angeli non danno appuntamenti 
e anche nelle case più spaziose
non c’è spazio per verifiche e confronti.

Laura, ti amo. Laura, ho bisogno di te. Con te io ritrovo la strada, le piazze i giovani, gli studenti. Li avevo lasciati qualche anno fa con la cravatta. Sono molto cambiati, sono molto più belli. Le idee sì, le idee sono cambiate, e i loro discorsi e il modo di vestire.  Gli esseri meno, gli esseri non sono molto cambiati. Vanno ancora nelle aule di scuola a brucare un po' di medicina, fettine di chimica, pezzetti di urbanistica con inserti di ecologia, a ore pressappoco regolari, ed esiste ancora il bar, tra un intervallo e l'altro. E poi l'amore, per fabbricarsi una felicità. Come noi ora, una coppia e ancora tante coppie. Unica diversità un viaggio in India su una Due Cavalli. Due, come noi.

E poi ancora una porta 
e ancora una casa 
ma siamo convinti 
che sia un'altra cosa

Perché abbiamo esperienze diverse 
non può finir male
perché abbiamo una chiave moderna 
abbiamo una Yale.

Perché è tutto un rapporto diverso 
che è molto più avanti
ma c’è sempre una casa 
con altre aspirine e calmanti.

E di nuovo mi trovo a marcire 
in un altra famiglia la nostra la mia 
abbracciarla guardando la porta 
è la mia poesia.

Amore ti lascio vado via.

C'è solo la strada 
su cui puoi contare 
la strada è l'unica salvezza.

C'è solo la voglia e il bisogno di uscire 
di esporsi nella strada nella piazza.

Perché il giudizio universale 
non passa per le case
in casa non si sentono le trombe
in casa ti allontani dalla vita
dalla lotta dal dolore e dalle bombe.

Lidia, ti amo. Lidia, ho bisogno di te. Ma per favore, in un hotel meublè.

Perché il giudizio universale
non passa per le case 
le case dove noi ci nascondiamo 
bisogna ritornare nella strada 
nella strada per conoscere chi siamo.

C'è solo la strada su cui puoi contare 
la strada è l'unica salvezza. 
C'è solo la voglia e il bisogno di uscire 
di esporsi nella strada nella piazza.

Perché il giudizio universale 
non passa per le case
in casa non si sentono le trombe
in casa ti allontani dalla vita
dalla lotta dal dolore e dalle bombe.

Perché il giudizio universale 
non passa per le case
in casa non si sentono le trombe
in casa ti allontani dalla vita
dalla lotta dal dolore e dalle bombe.

 

Presente negli album:

 

 Anche Per Oggi Non Si Vola

Anche Per Oggi Non Si Vola 1974/1975

 

Il Teatro Canzone 

Il Teatro Canzone 1991/1992 

  • Creato il .

Introduzione (prosa)

 

Testo Introduzione (prosa) - 1976/1977

 

- Oh Dio mio. Out o in, this is the problem...  fuori o dentro questo è il pro... oh Dio mio!
Fuori o dentro? E' più facile dal di dentro, riuscire a modificare l'ingranaggio opprimente e schiacciante del sistema e dell'incontrollata produzione, oppure dal di fuori, di¬sinseriti e ribelli, essere di esempio per il sovvertimento e per il sabotaggio del lavoro?
- Andate a lavorareeeee
- E’ mio zio questo, colon¬nello, buono però. Mi ha educato lui... brava persona.
- Andate a lavorare. I giovani non han voglia di lavorare.
- E' vero. 
- Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi, è un appassionato di proverbi, Rosso di sera bel tempo... No quelli metereologici non gli piacciono.  Lui ci ha i proverbi solo per l'onestà,  è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che le multinazionali nel regno dei cieli,  variante, fantasioso per un colonnello. Chissà cosa non inventa per la mia situazione? Tanto sta il compagno fuori... che ci lascia lo zampino 
Oh Dio mio
Sembrerà strano ma in casa mi hanno un po' conta¬minato con certe sane tradizioni. Il lavoro nobilita l'uomo... Si ruba un ago, poi un bue... e si finisce per vendere la propria madre. Eh!... 
Non è facile liberarsi dall'onestà. Ma ora la pentola bolle... blub blub blub... anche se quelle cose lì ce ne vuole per sbarazzarsene, ti entrano dentro da piccolo e tornano a terrorizzarti... quanto stai per rubare l'ago.
Che debolezze! Per liberarsene si può contare solo sull'urgenza delle cose, e sulla voglia di rovesciare tutto, e ora la pentola bolle..e tra poco solleverà il coperchio... il vaso di Pan¬dora. 
Per fortuna l'urgenza delle cose è enorme, non si può aspettare, bisogna vendere la propria madre.... altro che collanine!

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis

 

 

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I Reduci

 

Testo I Reduci - 1976/1977

 

E allora è venuta la voglia di rompere tutto 
le nostre famiglie gli armadi le chiese i notai 
i banchi di scuola i parenti le  centoventotto 
trasformare in coraggio la rabbia 
che è dentro di noi
 
E tutto che saltava in aria
e c'era un senso di vittoria
come se tenesse conto del coraggio 
la storia.
 
E allora è venuto il momento di organizzarsi 
di avere una linea e di unirsi intorno a un'idea 
dalle scuole ai quartieri alle fabbriche per confrontarsi 
decidere insieme la lotta in assemblea.
 
E tutto che sembrava pronto 
per fare la rivoluzione
ma era una tua immagine o soltanto 
una bella intenzione.
 
E allora è venuto il periodo dei lunghi discorsi
ripartire da zero e occuparsi un momento di noi
affrontare la crisi parlare parlare e sfogarsi
e guardarsi di dentro per sapere chi sei
 
E c'era l'orgoglio di capire
e poi la certezza di una svolta
come se capir la crisi voglia dire
che la crisi è risolta.
 
E allora ti torna la voglia di fare un'azione
ma ti sfugge di mano e si invischia ogni gesto che fai
la sola certezza che resta è la tua confusione 
il vantaggio di avere coscienza di quello che sei
 
Ma il fatto di avere la coscienza 
che sei nella merda più totale 
è l'unica sostanziale differenza 
da un borghese normale.
 
E allora ci siamo sentiti 
insicuri e stravolti 
come reduci laceri e stanchi 
come inutili eroi
 
Con le bende perdute per strada 
e le fasce sui volti

già a vent’anni siam qui a raccontare 
ai nipoti che noi
 
Noi buttavamo tutto in aria 
e c'era un senso di vittoria 
come se tenesse conto del coraggio la storia.
 
Noi buttavamo tutto in aria 
e c'era un senso di vittoria 
come se tenesse conto del coraggio la storia.

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 

 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis

 

 

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L'Inserimento (prosa)

 

Testo L'Inserimento (prosa) - 1976/1977

 

Bisogna che prima o poi ne faccia qualcosa di me, vediamo un po', cosa posso fare da grande? Adesso c’ho trentasette anni
- Andate a lavorareeee, 
mio zio non è ancora morto. Lui l'ha sempre detto che io sono sprecato, e sì, perché io potenzialmente, potrei far tutto. Non so se provare o no. Potrei riiscrivermi all'uni¬versità, mi mancano venticinque esami.  Sono stato stupido però eh, potevo approfittare al tempo degli Unni, si, quando si en¬trava nelle aule dai professori, col libretto in mano, fir¬ma vecchia bagascia. Gliene abbiamo messa di paura al tempo degli Unni, ditemi pure borghese, ditemi pure borghese, non di più.  Il termine borghese di merda, per loro era il più leggerino, era come dire che uno non aveva più vent’anni. E come firmavano. Trenta, trenta, trenta. Gliene abbiamo messa di paura al tempo degli Unni.
Ora Attila è consigliere regionale... gli Unni sono un po' sfasciati, è normale dopo i periodi di splendore, dopo le vittorie si sa,  come l'impero romano. Ti metti a suonare la chi¬tarra ed è la fine. No, l'università non va più bene, è tornato tutto come prima, anzi, ti fanno certi mazzi. E fanno bene eh, hanno bisogno di gente preparata per la produzione. E il fine giustifica i mazzi.
No, per ora va bene, m'arrangio, lavoretti qua e là, saltuari, che se un domani uno fa lo scrittore, li mette nella biografia. Ne ho due più di Henry Miller.  Henry Miller non ha fatto il ladro, e le collanine.
A noi ci hanno rovinato quelli lì, i Miller, i Kerouac, on the road, on the road. On the road noi. E loro a casa, gattacci neri finti, hanno portato scalogna solo a noi che siamo ancora qui a vendere le collanine. Non posso mica vendere le collanine fino a sessantacinque anni eh, bisogna che mi dia un limite, non mi ci vedo, magro, tutto bianco, un po' di artrosi, ma allegro. Il nonno dei fiori. Nooo, riprenderò a studiare, diventerò inge¬gnere, passerò dall'altra parte, coi gatti bianchi.  Un momento, calma. Li guardo un po' prima. Io non diventerò come loro, questo è certo. Li vedo, li vedo sempre pronti a rincorrere un direttore nei corridoi, a divincolarsi vicino a lui parlandogli un po' dal basso ossequiosi sco¬dinzolano, continuano a corrergli dietro, inciampano lo raggiungono ancora sempre più bassi. 
E poi se lo guar¬dano, lo seguono a passettini e annuiscono viscidi stri¬scianti, schifosi. 
E a casa, minestrine al burro, il Corriere. Ci vogliono delle minestrine al burro per essere come loro. E la mo¬glie, come li capisce. E i tre figli. Ci vogliono tre figli. Scopano, però eh, non mi sembrava.  Certo, ci vogliono tre figli e l'amore, la fedeltà, la loro fedeltà a tutto.
Come hanno fatto?

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis

 

 

  • Creato il .

Flash

 

Testo Flash - 1976/1977

 

Si comincia così da una fotografia 
fatte alla stazione in quelle macchinette
si alza la tendina e ci si mette in posizione 
con gli occhi fermi davanti alle crocette

E flash flash flash 
trecento lire in un minuto quattro foto
e flash flash flash 
trecento lire in un minuto un depravato

Peccato, credevo di essere più luminoso... è  colpa delle macchinette. Mi ricordo anche la Patrizia, gio¬vane tratti regolari, carina... flash!... assassina. E' così Patrizia, si comincia così...

Davanti agli sportelli di un ufficio postale 
ti senti un po' impacciato e ti guardano male.
Io sono calmo li ho contati ne ho davanti nove 
una donna si insinua le donne son più brave

Io sono calmo però la controllo con l'avambraccio 
tengo duro in silenzio lei mi odia io la schiaccio 
aiuto ce l'ha fatta si è insinuata 
maledetta l'avrei ammazzata

Meno male si sono ribellati tutti 
ci si urta ci si spinge senza complimenti
siamo impazziti siamo furiosi siamo stravolti
è più che giusto siamo assetati di documenti.

E tu Patrizia? Che faccia fai quando vai in un ufficio a chiedere una tessera? Come fai? Non ti conosco. E Mauro, il tuo Mauro che va sempre in India... l'avrà dato anche lui l'esame della patente, in macchina con l'ingegnere... sembra impossibile eh. E che faccia avrete quando pagherete le tasse? C'è gente che non può pagare le tasse, non può, fisicamente. Dovrebbero pensarci. Non importa Patrizia. Ormai ce le siamo fatte le fo¬tografie... Flash

Ti ci abituerai ti ci abituerai 
si comincia sempre così  da una fotografia
ti servirà dovunque l'avrai sempre presente 
fa già parte di te non puoi buttarla via

Non la puoi strappare non ci riesci 
è un essere uguale a te stessa che non conosci
e porterai a spasso un doppio di te
Una specie di morta venuta male 
cogli occhi in fuori una criminale 
che non ti lascia mai

Ti ci abituerai ti ci abituerai 
noi non faremo più nessuna resistenza
noi che eravamo certi di non essere coinvolti
ora si può contare sulla nostra presenza

Lo sai che siamo attesi 
alla mutua all'igiene 
alle scuole agli ospedali 
ai seggi elettorali

Lo sai che siamo attesi 
con le nostre carte 
coi timbri i fogli i registri

Coi certificati le carte da bollo 
identificati da schede e da nastri 
siamo sommersi 
siamo dentro fino al collo 
Flash!

 

Dall'album Libertà Obbligatoria - tracce:

 

Libertà Obbligatoria 1976/1977 


 

PRIMO TEMPO

  1. Introduzione (prosa)
  2. I Reduci
  3. L'Inserimento (prosa)
  4. Flash
  5. Le Carte
  6. Il Delirio
  7. La Cacca Dei Contadini (prosa)
  8. Il Comportamento
  9. Il Dono (prosa)
  10. Lona (canzone-prosa)
  11. Il Sogno di Gesù (prosa)
  12. L'Uomo Muore

 

SECONDO TEMPO

  1. La Solitudine
  2. La Coscienza (prosa)
  3. La Smorfia
  4. I Partiti (prosa)
  5. Le Elezioni
  6. Il Tennis (prosa)
  7. Quando Lo Vedi Anche
  8. L'America (prosa)
  9. Si Può
  10. Il Sogno Di Marx (prosa)
  11. Il Cancro
  12. Finale (prosa) - bis

 

  • Creato il .