- La sedia, è la sedia, visione globale dell’oggetto. Generalmente è di legno, faggio evaporato, noce nei casi migliori, talvolta di vimini, caso limite, non globale. La sedia serve per sedersi, e se di vimini stride alla pressione dei culi obesi pesanti sempre seduti. Fenomenologia dell’oggetto, già, ma chi si siede? Qui il discorso si fa più difficile, occorre un’analisi più profonda alla luce della quale emerge una verità sconcertante: si siede chi ha la sedia
- Chi non ce l’ha?
- Chi non ce l’ha è costretto a stare in piedi. Se ne deduce che inevitabilmente la sedia opera nell’umanità una piccola divisione.
- Ma chi ha la sedia è gentile e la cede a chi è in piedi?
- No, chi ha la sedia se la tiene e ci sta comodamente seduto.
- Ma allora cosa ci rappresenta il prego si accomodi?
- Prego si accomodi è un modo di dire signorile e democratico, che fa notare le differenze, ma con gentilezza. Meglio sarebbe sostituirlo con, prego, stia pure in piedi. Ugualmente gentile, però più vero.
- Io la sedia ce l’ho, però sto in piedi
- No mi dispiace, questo caso non è previsto
- Come non è previsto? Cercate di prevederlo, perché io sono uno in piedi, con la sedia
- Bè, allora diciamo che soggettivamente, sei uno di quelli che stanno in piedi, ma oggettivamente...