- Chi sei?
- Mah, non so
- Chi sei?
- Sono un non so
- L’ironia è un’arma della borghesia, chi sei?
- Sono, sono uno che scrive
- Ah, sei un poeta
- Beh, chiamami come ti pare
- Un poeta rivoluzionario
- Si rivoluzionarlo
- E di cosa parli?
- Parlo dell’uomo, dei suoi rapporti, dell’amore, parlo di un albero
- Ah di un albero, era lì che ti aspettavo, ma non lo sai che parlare di un albero in tempo di rivoluzione, è come tradire la rivoluzione?
- C’è la rivoluzione?
- Non fare lo spiritoso, parlavo dell’impegno, dell’impegno ideologico
- Questa l’ho già sentita eh
- L’hai già sentita ma non l’hai imparata
- Non è che non l’ho imparata, è che a me non interessa il cervello che va va chissà dove, deve passare di qui dentro, è l’istinto che mi interessa, lo stomaco
- Aah lo stomaco, era lì che ti aspettavo
- E ma tu mi aspetti sempre da tutte le parti
- Per forza, fai ancora il discorso sui sentimenti, sui dolori, lo so dove vuoi arrivare, ma credi veramente di servire a qualcosa?
- Mah non so, servo a qualcosa? Dite, ditelo voi, servo a qualcosa? Non dicono.
- Non servi a niente, sei un poeta borghese, ti rinchiudi in te, non riesci a tirar fuori un’idea, modificarla cambiarla.
- Un’idea, cambiarla modificarla elaborarla, non ci vuole mica tanto