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Come Ti Amavo Ieri

 

Testo Come Ti Amavo Ieri - 1965

 

Come ti amavo ieri 
oggi non va più bene
sei diventata un’ altra
che non conosco più.

E chi lo sa fra un’ora
come sarai cambiata
non ho capito ancora
come sei fatta tu.

Tu sei come un giorno di marzo 
tu sei come nube leggera
nel ciel di primavera inquieta come il mare
sei un’ alito di vento che non si può fermare

Come ti amavo ieri
oggi non va più bene
sei diventata un’ altra
che non conosco più

E chi lo sa fra un’ora
come sarai cambiata
non ho capito ancora
come sei fatta tu.

 

Presente negli album:

 

Mina e Gaber. Un'ora Con Loro 

 Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

 

 Collezione Singoli 1965/1967

Collezione Singoli 1965/1967

 

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L'Ultimo Uomo (prosa)

 

Testo L'Ultimo Uomo (prosa) - 1981/1982

 

Ormai non spero più in una terza guerra mondiale. Anche i giovani fanno le marce per la pace. Stronzi! Sono diventati tutti ragionevoli, hai capito. Io non penso mai. Io odio e amo, sono passionale e violento come gli uo¬mini veri, Dio bono. E quando come ora, senti vicino il fragore della battaglia... niente... stronzi! e pensare che  i popoli sotto sotto, ci avrebbero voglia di... la nuova America è con me. 
La Russia lo è sempre stata, i libici, se mi conoscessero, canterebbero per me in metri nordafricani, gli svizzeri no. Stronzi. Quando dico che la Svizzera è il solo paese che può essere democratico viene scambiato per un complimento. Sarebbe come dire ad un uomo che solo lui può essere gobbo ed eunuco. Soltanto un paese vile e insigni¬ficante può essere democratico. Lei mi dirà che lo sono tutti eh?  E io le dirò, appunto. L’umanità degrada di generazione in generazione, e la mollezza è il prez¬zo che si paga quando una pace diventa troppo duratura.
I giovani, che schifo, i giovani sono giovani solo nel senso dei forunco¬li. I giovani sono stupidi per definizione si sa, non si può pretendere. Ma almeno un po’ di slancio dico io, un po’ di passione, li vedo ogni giorno per strada che si accarezzano, si tocchignano dolce¬mente, sensibili sai si, anche i giovinotti sensibili, le spalle sottili, le mani un po’ bianchicce, delicate, i gesti dolcissimi, gli occhi languidi...Ma i coglioni?
E le bambine, piccole margherite appena dischiuse, i seni quasi impercettibili, i culini stretti e piatti, certo non faranno i figli per la patria, ma si inna¬morano sai si, si innamorano tutti, e si baciano, si baciano, montagne di effusioni, scopatine, scopatine deliziose, affettuosi, dolcia¬stri, con lo zucchero nel cuore, gli zuccheri nelle vene... Il diabete gene¬rale è.
E tutti che ci riflettono sì, li prendono sul serio, i giovani, i giovani, i giovani incontrano l’Eu¬ropa, i giovani e l’amicizia, i giovani e i sentimenti... Ci vorrebbero i calci nel culo, altro che convegni!
Adesso lei mi dirà, che io sono un vecchio reazionario eh, a lei non piace che io sia cosi poco permissivo, che io dica che i giovani sono senza coglioni e le donne senza bacino. Cretino. A voi vi hanno rovinato le donne, vi hanno completamente rincoglioni¬ti, ce l’hanno fatta. Non siete riusciti ad arginare l’elemento femminile che porta sempre nelle cose serie il segno incorreggibile della sua frivolez¬za. La donna è stupida per definizione, si sa, non si può pretendere. Una volta almeno, si poteva fare l’elogio della fertilità eh, ci avevano, fianchi larghi da fattrici abbondanti prosperose sane, ci avevano dei culi stupendi, enormi. Ora non fanno più i figli, non ci hanno più neanche più il culo, e va bè allora, uè non sono più niente. E senza quegli amori quegli slan¬ci, quelle passioni, senza quelle patrie, quegli ideali, senza... senza quei culi appunto... un uomo oggi, cos’è un uomo?

 

Dall'album Anni Affollati - tracce:

 

Anni Affollati 1981/1982

 

PRIMO TEMPO

  1. Anni Affollati
  2. Il Presente (prosa)
  3. Gildo
  4. L'Ultimo Uomo (prosa)
  5. Al Termine Del Mondo
  6. L'Illogica Allegria
  7. La Masturbazione (prosa)
  8. '1981'

 

SECONDO TEMPO

  1. Pressione Bassa
  2. L'Anarchico (prosa)
  3. Il Sosia
  4. Il Dilemma
  5. Il Porcellino (prosa)
  6. Io Se Fossi Dio
  7. Il Futuro (prosa)
  8. L'Attesa 

 

 

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Al Termine Del Mondo

 

Testo Al Termine Del Mondo - 1981/1982

 

I vetri delle stanze 
hanno una forma rigida e perfetta
e l’uomo è fermo alla finestra 
l’uomo aspetta.

Un grattacielo enorme 
una mitologia nascente
e l’uomo guarda in basso dove c’è la strada 
e non fa niente.

Adagio distrattamente 
senza angoscia né stupore
fa qualche passo nel silenzio delle stanze 
copiando gelide e automatiche sequenze 
senza futuro né passato 
probabilmente il tempo s’è fermato.

E ancora lui nel semibuio 
sfiora con le mani qualche oggetto 
poi lo sposta 
si direbbe senza farlo apposta.

Ripensa distrattamente 
pensa alla sua storia sembra quasi con sollievo
il suo bilancio è positivo.

Un uomo 
che nella vita ha sempre usato la ragione
con la certezza di aver fatto tutto bene
adesso abbassa le lussuose veneziane
e aspetta il colpo di fucile della fine.

Ma forse commettiamo un grosso errore 
quando si pensa che quell’uomo
aspetta solo di morire
quando si pensa al futuro della storia 
come l’avessimo già visto 
o lo sapessimo a memoria.

Quando si pensa 
a uno sviluppo inarrestabile 
e perfetto come fosse Dio 
e lo confesso ci ho pensato anch’io
piagnucolando per come aveva già ridotto
quel poco che restava ancora del soggetto.

E vero c’è un momento in cui ti pare 
sia finito il tuo viaggio 
hai messo tutto a posto 
senza accorgerti che stai morendo 
che sei arrivato al capolinea 
al termine del mondo.

Ma al termine del mondo per fortuna 
le strade sono sempre più di una.
 
E vero abbiam commesso qualche errore 
a dir che l’uomo muore
ma come Diogene che certo non invidio 
quanto si faticava a riconoscer l’individuo

Un individuo che obbediva alla sua sorte 
ma stranamente non era ancora la sua morte 
e dico stranamente
per quelli come me 
che hanno creduto troppo a Francoforte.
 
Ma al termine del mondo per fortuna
le strade sono sempre più di una.

C’é sempre qualche cosa che sfugge 
alla ragione del presente 
persino l’esattezza e la potenza del sistema 
le abbiamo viste come un mito
probabilmente esagerato.

C’è sempre qualche cosa che sfugge 
alla ragione del presente
persino quel residuo di individuo 
chi lo può dire che d’un tratto 
non tiri fuori il suo carattere ancestrale 
di stare sempre alla finestra col fucile.

C’è sempre qualche cosa che sfugge 
alla ragione del presente 
persino lo sfacelo generale
magari è solo un giusto ammonimento 
e non la fine
irreversibile e totale.

Ma al termine del mondo per fortuna 
le strade sono sempre più di una.
Ma al termine del mondo per fortuna 
le strade sono sempre più di una.

Ma prima di ammazzare un uomo ce ne vuole 
mettiamoci ogni giorno alla finestra col fucile
e l’ultimo bagliore che vedremo bene 
non sarà certo il colpo di fucile della fine.

 

Dall'album Anni Affollati - tracce:

 

Anni Affollati 1981/1982

 

PRIMO TEMPO

  1. Anni Affollati
  2. Il Presente (prosa)
  3. Gildo
  4. L'Ultimo Uomo (prosa)
  5. Al Termine Del Mondo
  6. L'Illogica Allegria
  7. La Masturbazione (prosa)
  8. '1981'

 

SECONDO TEMPO

  1. Pressione Bassa
  2. L'Anarchico (prosa)
  3. Il Sosia
  4. Il Dilemma
  5. Il Porcellino (prosa)
  6. Io Se Fossi Dio
  7. Il Futuro (prosa)
  8. L'Attesa 

 

 

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Pieni Di Sonno

 

Testo Pieni Di Sonno - 1965

 

Pieni di sonno
già mezzi addormentati
ma troppo innamorati
per dirci buona notte e andare via.

Si è fatto tardi
ma fin che tu mi guardi
con occhi così dolci
non riesco a salutarti e andare via.

Che silenzio tutto intorno
resta qui guardiamo il giorno.

(M) Strano (G) dici
(M) è già domani (G) è già domani
(M) devo andare (G) ma rimani.

Pieni di sonno
e siamo ancora insieme
ti voglio troppo bene
per dirti buona notte e andare via.

Nel silenzio del mattino
io ti sento più vicino.

Pieni di sonno
già mezzi addormentati
ma troppo innamorati
per dirci buona notte e andare via.

E andare via
pieni di sonno

(G) Buona notte
(M) notte

 

Presente negli album: 

 

Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

 Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

 

Collezione Singoli 1965/1967

Collezione Singoli 1965/1967

 

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L'Illogica Allegria

 

Testo L'Illogica Allegria - 1981/1982

 

Da solo lungo l’autostrada
alle prime luci del mattino
a volte spengo anche la radio
e lascio il mio cuore incollato al finestrino.

Lo so del mondo e anche del resto 
lo so che tutto va in rovina 
ma di mattina quando la gente dorme 
col suo normale malumore

Mi può bastare un niente 
forse un piccolo bagliore 
un’aria già vissuta 
un paesaggio che ne so

E sto bene
io sto bene come uno che si sogna 
non lo so se mi conviene 
ma sto bene che vergogna

Io sto bene
proprio ora proprio qui
non è mica colpa mia 
se mi capita cosi

E’ come un’illogica allegria
di cui non so il motivo 
non so che cosa sia

E’ come se improvvisamente
mi fossi preso il diritto 
di vivere il presente

Io sto bene 
la la la la la la
quest’illogica allegria 
proprio ora proprio qui

Da solo 
lungo l’autostrada 
alle prime luci del mattino

 

Presente negli album:

 

Anni Affollati

Anni Affollati 1981/1982

 

Il Teatro Canzone

Il Teatro Canzone 1991/1992

 

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