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Amore Difficile Amore

 

Testo Amore Difficile Amore - 1965

 

Amore difficile amore
a fatica conquistato
con quanto dolore
mi hai già abbandonato.

Eran giorni quei giorni
io vivevo d’amore
e pensavo a una vita
fatta apposta per me.

Non sapevo i rimpianti
non sapevo le attese
come un cielo disteso
era il tempo per me

Amore difficile amore
a fatica conquistato
con quanto dolore
mi hai già abbandonato.

 

Presente negli album: 

 

Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

 Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

 

Collezione Singoli 1965/1967

Collezione Singoli 1965/1967

  • Creato il .

La Masturbazione (prosa)

 

Testo La Masturbazione (prosa) - 1981/1982

 

Lei comincia a divincolarsi, ma i suoi sforzi rendono più sensibile la sua debolezza e nello stesso tempo fanno ondulare il suo corpo contro il mio. 
Ora la trascino verso la camera, ma strada facendo mi fermo un po' per obbligarla a stringersi di nuovo contro di me, in modo da sentire bene il tenero strofinio dei suoi seni attraverso la seta sgualcita della camicia. 
Poi sempre tenendola, costringo la piccina a inginocchiarsi sul copriletto, le immobilizzo i polsi dietro la schiena con una sola mano che preme contro l'incavatura della vita e la schiaffeggio più volte senza fretta. 
Lei sa che ha bisogno di una punizione. Dopo le accarezzo la bocca con le mani e anche le labbra, ma siccome non si dimostra compiacente quanto voglio la schiaffeggio ancora senza spiegazioni. Punita per la seconda volta mi bacia senza reticenza, allora la faccio stendere servile sottomessa, a pancia in giù. 
E' la posizione che preferisco... ferma cara, indifesa. Le faccio risalire la camicia e le spingo giù i pantaloni dolcemente. Con la punta delle cinque dita, sfioro la pelle nei punti in cui é più delicata, non tanto per interessare la prigioniera... Non tanto per interessare la prigioniera...
Questo pensiero rischia di farmi sfuggire l'immagine.
Non tanto per interessare la prigioniera...
Accendo la luce, e guardo il cuscino...la prigioniera.
Ecco cosa c'é di bello nella masturbazione. Non c'è alcun bisogno di preoccuparsi per l’altra persona. Però guai a distrarsi eh, guai, devi essere un tutto unico, testa, e tutto. I ragionamenti intermedi sono fallimentari, fra la tensione del pensiero e il corpo non deve esistere, niente. 
La masturbazione, è la prima forma di interezza sai?  E non solo quello. Nessuno ha mai parlato di questo modo di amare. Ma ti rendi conto? In due, sempre in due, oppure in tanti, che stronzata in tanti. L'amore in uno è il più perfetto, non ha mai sfasature, è l'unico amore in cui una persona faccia veramente i conti con il proprio sesso. Purtroppo, non lo si può raccontarlo a nessuno il proprio sesso, diciamolo. Quanto sia acuto, profondo, illimitatamente libero... Si deve andare fino in fondo, fino alle oasi più vergognose, che sono poi quelle più vere. Mi fanno ridere quelli che la chiamano, disperata solitudine. Ah, ah, ah, è una scienza privata e universale dai,  è il rilancio dell'individuo, ti libera dall’untuosa ideologia del sociale, ti libera dai sofismi della conservazione della specie e ti porta verso l'immagine pura. È il più alto dovere dei poeti, o la capisci o non la capisci, o ce l'hai o non ce l'hai, non ci si può accedere con la logica, è una verità del cuore come la mamma come la patria.
Beh si, mi sono esaltato, e ho perso la concentrazione, va be’, fumiamo, và. Guarda che casino che c'è in giro, cicche cartacce, camice sporche, lenzuola che disastro!
Però è bello tornare a casa la sera da soli, infilarsi sotto le coperte... e sapere già come andrà a finire. Ritardare, i piaceri vanno sempre ritardati, quasi quasi questa sera resisto, così domani è anche più bello.
Dicono che faccia male, anche quella li non l'ho mai capita. Ma chissà quanti saranno quelli che a quarant’anni, da soli...non lo saprò mai, e chi te lo racconta dai, da piccoli si, ma a quarant’anni...Non so se dormire o tornare ai miei filmini. Dunque, lei era prigioniera. Era prigioniera con le mani incatenate dietro la schiena, no, le catene non c’erano, ecco a me sono i dettagli che mi fregano, l’ho persa, ecco, non la vedo più, la Lucianina non mi va più bene la Lucianina, strane cose, probabilmente è il pensiero che diventa debole, e quando il pensiero si indebolisce... eh eh eh.
Già, ma chissà quanti saranno quelli che a quarant’anni... no sarei curioso di sapere che tipo di tecnica... 
Secondo me esistono due tendenze si, quelli della donna astratta, stupenda, completamente inventata, piena di fianchi, di cosce, di tette... No no, io più sono realista, si, non importa che sia bellissima, deve essere vera, ecco, la devi capire, psicologicamente, e si, perché cos’è poi un culo, se non si conosce profondamente il proprietario? Non è niente dai, non è niente, è un oggettone.
Le donne che scelgo per... se lo sapessero, voglio dire, le mie donne insomma, sono quelle che incontro tutti i giorni, si, quelle di cui conosco la madre il fratello il cugino, il marito... ummm quelle sposate, le mogli degli amici stupendo, le faccio parlare proprio con la loro voce si sono precisissimo nell'immaginare i gesti, ognuna il suo carattere, mai, mai far fare cose che loro non farebbero, mai. Magari che non hanno mai fatto... Ma che io so che  farebbero, con me le farebbero sì!
Guarda la Barbara per esempio, come la odio la Barbara,  dice che è timida, tipico, dice che ha vergogna del suo corpo, tipico, ha vergogna del suo corpo e mette su delle gonne che si incollano al culo, va bene, ha il culo piccolo, lo ammetto, ma si vede di più eh. Che fai ti incazzi? Si mi incazzo, mi incazzo perché sono realista, e intanto la Barbara mi va via, mi svapora, mi si indebolisce il pensiero, mi si in intreccia con la  Cornelia, la Cornelia? La Cornelia è tutto un altro tipo,  è isterica fredda come il ghiaccio, aristocratica, mai un gesto fuori di posto, tutta dentro, tutta dentro, bisognerebbe smuoverla, bisognerebbe smuoverla tutta controllata, piena di dignità, sarebbe bello vederla fondere. Sarebbe bello vederla fondere,
ti scavo nel cervello, Cornelia, te lo tirannizzo così così!
Basta, basta, è come, uno schifoso guazzabuglio di pensieri che si scioglie eh, è una cascata di sintomi di delirio che gocciolano da tutte le parti. Basta, che miseria, ora bisogna abbandonarsi, e dormire più che si può. Dormire...si crede sempre che sia il fondo dello squallore quello che si è toccato, chissà se esistono delle forze per andare più giù, delle strane forze, e la prossima volta scendere più in basso. C’è un momento in cui si è veramente soli, quando si arriva in fondo a ciò che siamo di orrendo, di squallido, ma in fondo, proprio in fondo in fondo, il dolore stesso non mi risponde più, gli occhi sono asciutti perché lì c’è il deserto. Strano, non c’è neanche il dolore nella solitudine quella vera, gli occhi sono asciutti. Allora bisogna risalire da quel fondo. Piano piano bisogna ritornare tra gli uomini, non c’è niente da fare, bisogna ritornare con gli uomini, anche per piangere.

 

Dall'album Anni Affollati - tracce:

 

Anni Affollati 1981/1982

 

PRIMO TEMPO

  1. Anni Affollati
  2. Il Presente (prosa)
  3. Gildo
  4. L'Ultimo Uomo (prosa)
  5. Al Termine Del Mondo
  6. L'Illogica Allegria
  7. La Masturbazione (prosa)
  8. '1981'

 

SECONDO TEMPO

  1. Pressione Bassa
  2. L'Anarchico (prosa)
  3. Il Sosia
  4. Il Dilemma
  5. Il Porcellino (prosa)
  6. Io Se Fossi Dio
  7. Il Futuro (prosa)
  8. L'Attesa 

 

 

  • Creato il .

Tu No

 

Testo Tu No - 1965

 

Tu no
certamente tu no

coro: tu no
certamente tu no

E’ vero che se m’ innamorai
prima o poi mi dimenticai
ma tu no
coro: tu no

Certamente tu no
tu no
ti assicuro di no

coro: tu no
ti assicuro che no

c’ è già stato questo si
qualcheduno un po’ così
ma tu no 
coro: tu no

Ti assicuro di no

coro: volerti bene
è troppo importante per me

coro:a mano a mano
mi sto condizionando a te

Tu no
puoi giurarci che no

coro: tu no
puoi giurarci che no

Se qualcuno qui o laggiù
poi non mi ha rivisto più
tu no 

coro: tu no
sta sicura che no

Tu no
sta sicura che no
tu no
sta sicura che no

 

Presente negli album:

 

Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

 Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

 

Collezione Singoli 1965/1967 

Collezione Singoli 1965/1967

 

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'1981'

 

Testo '1981' - 1981/1982

 

Ma la storia lasciò l’uomo 
al numero 1981
e l’uomo come congelato 
non intravedeva il suo destino.

Non era il capolinea
qualcosa doveva accadere
lo suggeriva una fede spontanea 
che non era ancora il tempo di morire.

Il vecchio saggio 
e il bimbo appena nato
guardavano la notte 
dove il caso è in agguato.

E la notte 
lasciava intravedere la notte
col trucco metafisico e scioccante 
che le è proprio 
le cose che riuscivano a stupire 
il bimbo e il vecchio

Come ad esempio su di un cielo eterno 
un grattacielo 
illuminato di pistacchio.

Il vecchio saggio 
e il bimbo tra le braccia della mamma 
di fronte a quella strana meraviglia 
rinnovarono il dilemma

Se quelle cose colorate e straordinarie 
sarebbero col tempo diventate 
se a Dio fosse piaciuto necessarie.

Ma di una cosa siamo certi
che i loro occhi vedevano 
non so se con fiducia o senza scampo
quell’enorme assurdità che è il tempo.

Signore Iddio
non so se faccia bene o faccia male 
assistere ogni tanto
al tuo definitivo e ricorrente funerale.

Questa volta c’era poca gente 
troppo poca gente 
di cardinali e papi non se ne son visti 
del resto i tuoi ministri 
sono troppo effettuali.

A noi piaceva immaginarli 
più metafisici e mentali 
a noi che siamo gli ultimi fedeli.

Ma a scanso di fraintesi 
non faccio il polemista per mestiere
cerco solo di capire
di capire come fa la gente a vivere contenta 
senza la forza vitale di una spinta.

Di capire come fa la gente 
che vive 
senza correr dietro a niente.

E vero sono un po’ anarcoide e pieno di livore
ma in questo mondo troppo sazio 
di analisi brillanti e di torpore
ci sarà pure un po’ di spazio 
per chi si vuole sputtanare

Perché piuttosto che giocare
con le più acute e raffinate astuzie del cervello 
è meglio ricoprirsi di merda fino al collo
e tirar fuori la rabbia spudorata 
di chi è stupido ma crede 
e urla il suo bisogno disperato di una fede.

Perché Dio c’è ancora 
Dio c‘è ancora io insisto 
Dio c’è ancora 
altrimenti io non esisto.

E’ un Dio inconsueto 
che non ha niente di assoluto
è un Dio che non conosce il bene e il male 
figuriamoci il sociale

È un Dio severo che con magica ironia 
ci diede insieme il falso e il vero
è un Dio inventato senza altari né vangeli
ma è l’unica mia spinta in questo mondo di infedeli.

Signore Iddio
non so se faccia bene o faccia male 
assistere ogni tanto
al tuo definitivo e ricorrente funerale.

C’era poca gente appunto troppo poca gente 
e rimpiangevo le piccole sapienze
che ogni trapasso lascia 
e poi non resta niente

E mi veniva in mente 
quando si credeva come dei bambini 
e insieme a tre ragazzi finiti male 
si livellava destini.

Ma come fate ora a vivere e a morire 
senza qualcosa da inseguire 
ma come fate a viver tra la gente 
con l’anima neutrale e indifferente.

E vero si perde un po’ il pudore a riparlare di morale 
però mi fa un po’ schifo saltellare 
dal fanatismo più feroce 
all’abbandono più totale
e praticare nei salotti la tecnica furbastra 
di fare a gara a chi è più a destra.

Confronto a questi ironici infedeli 
senza il minimo spessore 
è molto meglio la mancanza 
più assoluta di pudore

Confronto allo snobismo dei guardoni distaccati e intelligenti 
è molto meglio persino la retorica dei vecchi sentimenti
è molto meglio l’urlo disperato di un coglione 
che muore e che ha bisogno di una nuova religione.

Perché Dio c’è ancora 
Dio c’è ancora io insisto 
Dio c’è ancora 
altrimenti mi annoio e non esisto.

E’ un Dio incostante che non ha mai fermato niente
è un Dio che si rincorre senza scampo è l’immagine del tempo 
è un Dio un po’ strano che ci insegna la follia 
di ribaltare sempre il piano
è un Dio ancestrale che è l’essenza del pensiero
la forza naturale che mi spinge verso il vero.

Signore Iddio
non so se è irriverente o se è normale
dover ricominciare
dal tuo definitivo e ricorrente funerale.

 

Dall'album Anni Affollati - tracce:

 

Anni Affollati 1981/1982

 

PRIMO TEMPO

  1. Anni Affollati
  2. Il Presente (prosa)
  3. Gildo
  4. L'Ultimo Uomo (prosa)
  5. Al Termine Del Mondo
  6. L'Illogica Allegria
  7. La Masturbazione (prosa)
  8. '1981'

 

SECONDO TEMPO

  1. Pressione Bassa
  2. L'Anarchico (prosa)
  3. Il Sosia
  4. Il Dilemma
  5. Il Porcellino (prosa)
  6. Io Se Fossi Dio
  7. Il Futuro (prosa)
  8. L'Attesa 

 

 

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Dopo La Prima Sera

 

Testo Dopo La Prima Sera - 1965

 

Dopo la prima sera
non ti avrei lasciata più
i nostri occhi l’ avevano capito
e si davano già del tu.

coro: i nostri occhi l’ avevano capito e si davano già del tu

Non ci credevo
all’ amore all’ improvviso
ma un tuo sorriso
ha cambiato qualcosa in me.

Dopo la prima sera
non ti avrei lasciata più
i nostri occhi l’ avevano capito
e si davano già del tu.

coro: i nostri occhi l’ avevano capito e si davano già del tu

Non ci credevo
non credevo ai miei occhi
spesso han mentito
ma con te non è stato così

Dopo la prima sera 
non ci siam lasciati più
i nostri occhi avevano ragione
se si davan già del tu

coro: i nostri occhi avevano ragione se si davan già del tu

 

Dall'album Mina e Gaber. Un'ora Con Loro - tracce:

 

Mina e Gaber. Un'ora Con Loro

  1. Come Ti Amavo Ieri
  2. Pieni Di Sonno
  3. Amore Difficile Amore
  4. Tu No
  5. Dopo La Prima Sera
  6. Un Amore Vuol Dire
 

    

 

      

 

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