Wittgenstein (prosa)
Testo Wittgenstein (prosa) - 1984/1985
Eppure mi hanno raccontato un aneddoto curioso, vero pare, che riguarda il famoso Wittge¬stein, grande filosofo, grande uomo di cultura, tuttologo insomma, sapeva tanto. Ecco questo, questo Wittge¬stein, pare che tornasse in treno con il suo assistente, si, pare che tornasse a casa, dopo aver termi¬nato il suo ultimo lavoro, un’opera decisiva, il Tractatus, che faceva il punto su tutta la filosofia…faceva il punto. Anni di studi, anni di ricerche, anni di saggi, fine del lavoro, e meritato riposo. Niente, scompartimento, grande silenzio, a un certo punto pare, che il suo assistente abbia chiesto: «Mi scusi professore, come spiega lei, il gesto che fanno gli italiani?» (gesto interrogativo ti¬picamente napoletano) Wittgestein pensa un attimo, poi sbianca in viso: «Porca miseria! Devo rifare tutto da capo!»
Ecco si, evidentemente c’era qualcosa che non gli tornava, non riusciva a capire l’atteggiamento, e nemmeno l’allegria, degli italiani, proprio loro, così incapaci di organizzarsi, incapaci di far funzionare la vita, incapaci persino di farsi un governo. Ma Wittge¬stein, era uno scienziato, forse avrebbe dovuto andare, dall’altra sponda dell’intelligenza, per afferrare il mistero, dell’incapacità consapevole, e sublimata.
Dall'album Io Se Fossi Gaber - tracce:
PRIMO TEMPO
- Introduzione prosa
- Io e Gli Altri
- L'Abitudine (prosa)
- Cronometrando il Mondo
- L'Intossicato (prosa)
- Luciano
- La Vestizione (prosa)
- La Massa
- Io e Le Cose
- I Posti Giusti (prosa)
- Il Tempo Quanto Tempo
- L'Audience (prosa)
- Qualcosa Che Cresce
SECONDO TEMPO
- Creato il .