Testo La Risposta al Ragazzo della Via Gluck - 1966
Questa è la storia di un ragazzo che abitava in una strada di periferia, e in fondo, in fondo un po’ assomiglia al ragazzo di via Gluck, anche se i suoi problemi sono un po’ diversi. Era un ragazzo un po’ come tanti che lavorava tirava avanti ed aspettava senza pretese il suo stipendio a fine mese.
La madre a carico in due locali mobili usati presi a cambiali in un palazzo un po’ malandato servizi in corte fitto bloccato.
Ma quella casa ma quella casa ora non c’è più ma quella casa ma quella casa l’han buttata giù.
Morta la madre rimasto solo pensa alle nozze e alla morosa che già prepara il velo da sposa ed il corredo per la sua casa.
Per quella casa fitto bloccato tremila al mese spese comprese lui la guardava tutto contento ed aspirava l’odor di cemento
Ma quella casa ma quella casa ora non c’è più ma quella casa ma quella casa l’han buttata giù.
Già tutto è pronto le pubblicazioni il rito in chiesa e i testimoni quand’ecco arriva un tipo astratto con baffi e barba e avviso di sfratto.
E quel palazzo un po’ malandato va demolito per farci un prato il nostro amico la casa perde per una legge del piano verde.
Ma quella casa ma quella casa ora non c’è più ma quella casa ma quella casa l’han buttata giù.
Persa la casa fitto bloccato la sua morosa lo ha abbandonato l’amore è bello ma non è tutto e per sposarsi occorre un tetto.
Ora quel prato è frequentato da qualche cane e qualche coppietta e lui ripensa con gran rimpianto a quella casa che amava tanto.
Ma quella casa ma quella casa ora non c’è più ma quella casa ma quella casa l’han buttata giù.
E’ ora di finirla di buttar giù le case per fare i prati, cosa ci interessano a noi i prati? Guarda quello lì, doveva sposarsi, gli han buttato giù la casa non può più sposarsi. Roba da matti. Io non capisco perché non buttano giù i palazzoni del centro, quelli lì si che disturbano, mica le case di periferia, mah i soliti problemi, qui non si capisce più niente.