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Ora Che Non Sono Più Innamorato

 

Testo Ora Che Non Sono Più Innamorato - 1971

 

Ora che non son più innamorato
ora che non sei più innamorata.

Ora che non ho più quelle emozioni 
che non corro più a casa per svegliarti 
nel pieno della notte
Ora che tutto si svolge di mattina 
quando a letto mi porti controvoglia 
un po' di caffèlatte.

Gli occhi gonfi e stanchi lunghe e faticose discussioni
forse niente di sincero 
sempre mezza nuda 
senza più pudore senza più nessun mistero

Com’è tutto più giusto com’è tutto più vero
come ha più senso come ha più valore
questo nostro

Ora che non c'è niente da scoprire 
non abbiamo nemmeno una gran voglia 
di fare l’amore 
Ora che ho quasi un senso di fastidio 
se sento le tue braccia le tue gambe 
se ti sento respirare.

E quando sei ammalata con la fronte calda ti lamenti 
si per farti compatire 
mi alzo un po’ assonnato cerco un’aspirina
ti accarezzo fingo di soffrire

Com’è tutto più giusto com’è tutto più vero
come ha più senso come ha più valore
questo nostro

Ora che noi ci siamo anche traditi 
e che sono successe tante cose 
che non potevo immaginare 
quanto abbiamo sofferto e faticato 
per arrivare a capire che domani 
ci potremmo anche lasciare

Quanta resistenza e quanta esagerata insofferenza
qualche volta anche per niente e questa strana unione
che ogni giorno si trasforma lentamente


Com’è tutto più giusto com’è tutto più vero
come ha più senso come ha più valore 
questo nostro

 

Dall'album Il Signor G / I Borghesi - tracce:

 

Il Signor G / I Borghesi 1970/1971 e 1971/1972

Il Signor G  - 1970

  1. Suona Chitarra
  2. Il Signor G Nasce
  3. Io Mi Chiamo G (prosa)
  4. Eppure Sembra un Uomo
  5. Il Signor G e l'Amore
  6. G Accusa (prosa)
  7. Il Signor G Dalla Parte Di Chi
  8. Il Signor G Sul Ponte
  9. L'Orgia (prosa)
  10. Le Nostre Serate
  11. Com'è Bella la Città (1970)
  12. Il Signor G Incontra un Albero (prosa)
  13. Il Signor G e Le Stagioni
  14. Preghiera (prosa)
  15. Io Credo
  16. Maria Giovanna
  17. Il Signor G Muore

 

I Borghesi  - 1971

  1. I Borghesi
  2. Ora Che Non Sono Più Innamorato
  3. Che Bella Gente
  4. La Chiesa Si Rinnova (1971)
  5. Evasione
  6. L'Uomo Sfera
  7. L'Amico
  8. Latte 70
  9. A Mezzogiorno
  10. Due Donne
  11. Un Gesto Naturale

 

 


 

  • Creato il .

La Realtà è Un Uccello (canzone-prosa)

 

Testo La Realtà è Un Uccello (canzone-prosa) - 1995/1996

 

Da quando è nato l’uomo è un cacciatore
affascinato da prede sempre nuove.
Alla ricerca di qualcosa da inventare
un cacciatore che spara al mondo che si muove.

G. coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.
coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

E’ un uccello strano che mi gira intorno
è da tanto tempo che gli do la caccia
ma non ha abitudini questa bestiaccia
non conosce regole né fedeltà

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

Sono affascinato da un uccello strano
che non è mai uguale che non ha passato.
Devo anticiparlo devo inseguirlo
altrimenti muoio di normalità

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.
     
Va la mia realtà
come una storia che va avanti e quando credi di afferrarla
è già più in la.

E’ proprio vero che la vita è permalosa
se mi fermo lei si offende si nasconde
e non è più la mia realtà.

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

E’ un uccello strano che mi gira intorno
non conosce regole né fedeltà.

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.
G. coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

 

La realtà, che passione eh! 
Ma che cos’é questa cosa che l’uomo insegue disperatamente come un cacciatore? Sì sì lo so tutto é realtà. Voglio dire che ne so, se per la strada mi cade un vaso di fiori sulla testa, certo che é reale! Ma non é importante. Oddio la botta in testa insomma... ma voglio dire la realtà, é quel vaso lì? No quella é una disgrazia che é capitata a me. Non conta
Non so se per esempio un amico ti racconta che sua moglie é scappata con l’idraulico. Molto caro e neanche bravo, devo dire. Il mio amico é rimasto sconvolto, per mesi. Poi ha trovato un altro idraulico ecco, ma voglio dire, la realtà, é la donna del mio amico? No, quella é una disgrazia che é capitata a lui, non conta. Conta solo quello che riguarda tutti quello che riguarda il mondo. 
Ah ma allora la realtà é la politica! No quella é una disgrazia che é capitata a tutti. 
E non se ne esce! E’ più facile smettere di fumare, che smettere di leggere i giornali. Anche ridurre gradualmente é difficilissimo. Io, da dieci quotidiani al giorno ero passato a sette. Stavo già meglio. Poi una sera, una cena una discussione, gli amici, ah, il giorno dopo quindici. Anche “L’Osservatore Romano”. 
E’ così è così, se perdi un telegiornale sei rovinato. “Il decreto, é passato non é passato, o ci hanno ripensato?” “Ma non lo so, sono rimasto indietro di un giorno, é cambiato tutto!” 
Ecco lo sapevo basta distrarsi un attimo che sei tagliato fuori, che figura. No, no, io i telegiornali me li guardo tutti.
Comincio alle 19, con Emilio Fede, che mi mette subito di buon umore, anche troppo. Per fortuna dall’altra parte c’é già il TG3 che é un bel mattone, e un po’ di qua e un po’ di là, vado pari. Alle 19.30 c’é Liguori bello acido e velenoso, che costituisce un’ottima preparazione per lo spigliato TG2, otto meno un quarto. E finalmente, alle otto, il classico l’ufficiale l’immortale (parapa parapa) il TG1. E’ chiaro a questo punto le notizie le so a memoria, ma la Gruber come si fa a perderla!
Devo dire che però, c’ho un dolorino. E sì, perché alla stessa ora dall’altra parte c’é Mentana, il più moderno, il più scattante praticamente un disc-jockey. E lì, mi viene in aiuto la tecnologia, me lo registro.
A dir la verità, io i telegiornali me li sono registrati tutti, ogni tanto me li ripasso. Me li sono registrati tutti dal giorno in cui Di Pietro, ha arrestato Chiesa. Adesso ho saputo, che sta per uscire quello in cui Chiesa arresta Di Pietro. Lo aspetto con ansia! È inutile, ormai io la politica ce l’ho nel sangue. Non ne posso fare a meno. Ho provato a distrarmi, a fare altre cose, sono andato al cinema alla partita, sono via con la testa non sto attento. Ho provato ad andare a teatro, gli attori. Pannella, altra classe. Le ho provate tutte, ho provato anche a scopare. Mi viene in mente la Pivetti!
E’ così e purtroppo più sai,  più ti accorgi di non sapere. Perché io lo so che c’é chi ne sa più di me. Maledizione sanno tutto, c’è gente che conosce a memoria tutte le possibili  formazioni di governo, e te le snocciola lì come niente. Berlusconi Pivetti Scognamiglio. Fini sulla fascia destra. Pannella libero. Mica tanto. Dini stopper. D’Alema sulla sinistra tornante, su Prodi che svaria al centro. Dietro le punte, Buttiglione, piedi buoni. Testa meno. Avanti c’è Bertinotti, molto avanti, troppo avanti. Spesso finisce in fuorigioco. Arbitro Oscar Luigi Scalfaro. Bossi fuori … di testa proprio! Che tifo che passione.
La gente sente che deve partecipare, non può mancare a un appuntamento così importante. Ci mette dentro tutto il suo vigore la sua energia il suo impegno. Perché qui si tratta delle sorti del Paese, del nostro futuro. La gente litiga si insulta si accapiglia. Perché qui si tratta della nostra vita della nostra realtà.
La realtà, che parola eh, così semplice e così piena di sfaccettature e di ambiguità, che spesso si rischia di non capire bene di che cosa ci stiamo occupando. Più si va avanti,  più si ha la sensazione che la politica non abbia niente a che vedere con la sfera della morale. Non ci sono buoni e cattivi nella politica. E’ sempre stata e sarà sempre, una questione di rapporti di forza, un volgarissimo gioco di potere, che quasi mai c’entra con la vita vera.
Ma é possibile, che la nostra visione del mondo non vada oltre a queste miserie, a queste opinioni interessate, a questo chiacchiericcio inutile, a questi bisticci isterici e senza senso. 
Forse, tutto quello che ci circonda é soltanto una specie di, grande confusione deviante, dove ogni soggetto ogni aggregazione ogni cultura, ormai non riesce più né a pensare né a vedere né a parlare, se non con il linguaggio, di quella confusione deviante, che non ci permetterà mai di capire, il vero valore delle cose e che noi abusivamente continuiamo a chiamare, realtà.

G. coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.
coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

E’ un uccello strano fuori dagli schemi
che non è sensibile ai miei richiami 
il suo volo è pieno di contraddizioni
e non ha problemi di moralità.


coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

Io mi nutro solo di un uccello strano
è da tanto tempo che gli do la caccia
vivo per colpire quella bestiaccia
altrimenti muoio di inutilità

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

Va la mia realtà come la vita che mi sfugge
ed io mi aggrappo come  un naufrago qua e la.
Il mio destino è quest’ affanno è questa corsa
verso il vero per scoprire quel mistero
che da sempre è la realtà.

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

Noi crediamo ancora ai grandi ideali ai grandi schieramenti 
la realtà è più avanti.

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

Noi crediamo ancora alla gente onesta agli uomini efficienti 
la realtà è più avanti.

coro: la realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

Noi crediamo ancora alle facce nuove ai partiti giusti. Siamo di destra siamo di sinistra
siamo democratici siamo progressisti 
la realtà è più avanti.

Siamo sempre indietro la realtà è più avanti.
Siamo sempre indietro la realtà è più avanti.

La realtà è un uccello che non ha memoria
devi immaginare da che parte va.

 

Presente negli album:

 

Anche Per Oggi Non Si Vola 

Anche Per Oggi Non Si Vola 1974/1975 

 

E Pensare Che C'era Il Pensiero

E Pensare Che C'era Il Pensiero 1995/1996

  • Creato il .

Che Bella Gente

 

Testo Che Bella Gente - 1971

 

Si avvocato, lei mi parla così della provincia, perché non li conosce. Lei non sa mica come è fatta questa gente qua.
Lo vede quello la si quello col testone
lui che a quest’ora qua non sa già più il suo nome
un nome rispettato la casa sulla piazza
mai che abbia lavorato arriva qui ogni sera
e inchioda il suo sedere davanti a un tavolino
e affoga nel barbera.
 
Poi quando vien mattino te lo ritrovi dove
ma in chiesa sissignore dritto come una scopa
con l’occhio d’affogato va far la comunione
per smaltire il vino.
 
Mi creda avvocato, che quel verme lì non pensa mica sa. No Prega!
 
E poi c’è il fratellino un temperapennini
ragioniere al catasto incassa bustarelle
distribuisce inchini peggio d’un dente guasto
pensi che s’è sposato con una mezza gobba
solo perché ha la dote ma non gli basta mai.
 
Col suo bel cappellino col suo bel cappottino
col suo bel seicentino fa pure lo strozzino
Non manca una funzione deve tenere d’occhio
sessanta debitori che lui tiene in ginocchio.
 
Mi creda avvocato, che quel fetente là non prega mica sa. Frega
 
E poi ci sono gli altri la madre sempre muta
che macina golfini e il padre possidente
che è morto scivolando sul pavimento a cera.
Da una cornice nera come da una finestra
osserva tutto il gregge che mangia la minestra
 
e senti fare ‘CHHIU-CHHIU’ 
e senti fare ‘CHHIU-CHHIU’.
 
E poi c’è la bisnonna che trema ma non muore
le contano le ore e invocano il momento
di chiudere la bara e aprire il testamento.
 
Mi creda avvocato, ai funerali di quella gente lì, mica si canta sa. 
No ah ah ah no. Si conta
 
E poi e poi e poi c’è Margherita 
che è bella come il sole e lei non ha idea 
del bene che mi vuole sogniamo addirittura 
una casa nostra è piena di finestre 
e quasi niente mura e dentro solo noi 
a ridere di gioia la cosa è già sicura 
solo che c’è una noia la sua famiglia è contro 
la sua famiglia è contro.
 
Ce l’hanno su con me mi danno del pezzente
mi danno del barbone e già per quella gente
è meglio un delinquente ma con la posizione
e anche se la figlia sembra differente
è nata ed è cresciuta in quel ambiente.
 
Da un mese a questa parte la tengono al guinzaglio
e quando ci incontriamo gli occhi di lei mi fissano
e sembra che mi dica che un giorno fuggirà
che mi raggiungerà
 
E allora in quel momento allora io le credo avvocato 
ma solo in quel momento perché da quelle case là 
nessuno scappa mai
 
Ha capito avvocato, da li non si va via. Oh come è tardi, mi scusi. 
Io torno a casa mia

 

Dall'album Il Signor G / I Borghesi - tracce:

 

Il Signor G / I Borghesi 1970/1971 e 1971/1972

Il Signor G  - 1970

  1. Suona Chitarra
  2. Il Signor G Nasce
  3. Io Mi Chiamo G (prosa)
  4. Eppure Sembra un Uomo
  5. Il Signor G e l'Amore
  6. G Accusa (prosa)
  7. Il Signor G Dalla Parte Di Chi
  8. Il Signor G Sul Ponte
  9. L'Orgia (prosa)
  10. Le Nostre Serate
  11. Com'è Bella la Città (1970)
  12. Il Signor G Incontra un Albero (prosa)
  13. Il Signor G e Le Stagioni
  14. Preghiera (prosa)
  15. Io Credo
  16. Maria Giovanna
  17. Il Signor G Muore

 

I Borghesi  - 1971

  1. I Borghesi
  2. Ora Che Non Sono Più Innamorato
  3. Che Bella Gente
  4. La Chiesa Si Rinnova (1971)
  5. Evasione
  6. L'Uomo Sfera
  7. L'Amico
  8. Latte 70
  9. A Mezzogiorno
  10. Due Donne
  11. Un Gesto Naturale

 

 


 

  • Creato il .

C'è Solo La Strada (1991/1992)

 

Testo C'è Solo La Strada - 1991/1992

 

Lidia ti amo. Lidia ho bisogno di te. Poi la stringo e la bacio, infagottato d'amore e di vestiti. E anche lei si muove, felice della sua apparenza e del nostro amore. E la cosa continua bellissima per giorni e giorni. Una nave, con una rotta precisa, che ci porta dritti verso una casa, una casa con noi due soli, una gran tenerezza e una porta che si chiude.

Nelle case non c'è niente di buono 
appena una porta si chiude dietro un uomo
succede qualcosa di strano non c'è niente da fare 
è fatale quell'uomo incomincia a ammuffire

Ma basta una chiave che chiuda la porta d'ingresso 
che non sei già più come prima
che ti senti depresso.

La chiave è tremenda appena si gira la chiave 
siamo dentro a una stanza
si mangia si dorme si beve.

Ne ho conosciute tante di famiglie, la famiglia è più economica e protegge di più. Ci si organizza bene, una minestra per tutti, tranquillanti aspirine per tutti, gli assorbenti, il cotone, i confetti Falqui. Soltanto milleduecento lire per purgare tutta la famiglia. Un affare! Si caga, in famiglia. Si caga bene, lo si fa tutti insieme.

Nelle case non c'è niente di buono 
appena una porta si chiude dietro a un uomo. 
Quell'uomo è pesante e passa di moda sul posto 
incomincia a marcire a puzzare molto presto.

Nelle case non c’è niente di buono
c'è tutto che ha odore di chiuso e di cesso 
si fa il bagno ci si lava i denti ma si sente lo stesso.
Amore ti lascio ti lascio.

C'è solo la strada su cui puoi contare 
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire 
di esporsi nella strada nella piazza.

Perché il giudizio universale
non passa per le case 
le case dove noi ci nascondiamo

bisogna ritornare nella strada 
nella strada per conoscere chi siamo.

Laura, ti amo. Laura, ho bisogno di te. Con te io ritrovo la strada, le piazze, i giovani, gli studenti. Li avevo lasciati qualche anno fa. Sono molto diversi, sono molto cambiati, le idee sì, le idee sono cambiate, e i loro discorsi, e il modo di vestire.  Gli esseri meno, gli esseri non sono molto cambiati. Vanno ancora nelle aule di scuola a brucare un po' di medicina, fettine di chimica, pezzetti di urbanistica con inserti di ecologia, a ore pressappoco regolari. Ed esiste ancora il bar, tra un intervallo e l'altro. E poi, l'amore, per fabbricarsi una felicità. Come noi ora una coppia, e ancora tante coppie.

E poi  e poi ancora una porta 
e ancora una casa 
ma siamo convinti che sia un'altra cosa 
perché abbiamo esperienze diverse 
non può finir male
perché abbiamo una chiave moderna 
abbiamo una Yale.

Perché è tutto un rapporto diverso 
che è molto più avanti
ma c’è sempre una casa 
con altre aspirine e calmanti.

E di nuovo mi trovo a marcire 
in un altra famiglia la nostra la mia 
abbracciarla guardando la porta é la mia poesia.
Amore ti lascio vado via.

C'è solo la strada su cui puoi contare 
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire 
di esporsi nella strada e nella piazza.

Perché il giudizio universale
non passa per le case 
le case dove noi ci nascondiamo 
bisogna ritornare nella strada 
nella strada per conoscere chi siamo

Maria ti amo. Maria ho bisogno di te. Ma per favore, in un hotel meublé.


Perché il giudizio universale 
non passa per le case
e gli angeli non danno appuntamenti
e anche nelle case più spaziose
non c’è spazio per verifiche e confronti

C'è solo la strada su cui puoi contare 
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire 
di esporsi nella strada nella piazza

Perché il giudizio universale
non passa per le case 
le case dove noi ci nascondiamo 
bisogna ritornare nella strada 
nella strada per conoscere chi siamo

 

Presente negli album:

 

 Anche Per Oggi Non Si Vola

Anche Per Oggi Non Si Vola 1974/1975

 

Il Teatro Canzone 

Il Teatro Canzone 1991/1992 

  • Creato il .

Evasione

 

Testo Evasione - 1971

 

Sono stanco, non mi sento mai bene, tutte le mattine è sempre così. 
Raccolgo la mia roba piano. I soliti gesti i soliti gesti
 
Le pieghe irregolari del colletto 
lasciano ombre disegnate e nitide 
la cravatta un po' sgualcita e logora 
trattiene a stento i suoi colori 
che si allargano che si espandono 
dopo giorni dopo mesi dopo anni
sempre gli stessi stanchi inutili fastidiosi 
stampati nella memoria.
 
Non so neanche perché perché mi sento male
 
La bocca impastata e grigia 
non ho voglia di niente 
neanche di mangiare
una mano si muove piano
con gesto normale abituale 
un bottone un bottone si sta per staccare
 
Amore un amore forse 
amore un amore forse 
qualcosa che mi faccia ritrovare 
qualcosa che mi faccia risentire
come se
un amore come
 
amore un amore 
le mie parole come pesciolini rossi 
me le vedo intorno e poi piano piano 
in questa atmosfera di confusione 
c’è un’intenzione
evasione evasione evasione  
evasione  evasione evasione 
evasione
 
Scusa cara scusa, non è che non ti voglio più bene, no, non è che sto male con te. Ma vedi, è difficile da spiegare, è come se avessi il bisogno di tornare, no più giovane, lo so è ridicolo. Il bisogno di andarmene verso qualcosa, verso la vita insomma. Poi magari sbaglio tutto, ma vedi ora con lei, con lei  
Io sono rinato 
io mi vesto in fretta 
corro verso il mare aperto 
Io non ho più freddo 
io mi sento vivo mi sento felice
io sono un bambino 
sono un altro uomo
 
un uomo diverso  che non sta mai male 
un bellissimo animale 
ho voglia di bere ho voglia di mangiare 
non ho più problemi non ho più paura
sono innamorato
 
Innamorato del mondo 
innamorato della vita 
innamorato dell'amore 
innamorato innamorato
 
Scusa cara ci sono dei momenti
vien voglia di andar via 
non sai che cosa vuoi
 
Vedi cara se adesso sono qui 
non è per rinunciare
ma ho voglia di restare 
amore il tuo amore
forse

 

Dall'album Il Signor G / I Borghesi - tracce:

 

Il Signor G / I Borghesi 1970/1971 e 1971/1972

Il Signor G  - 1970

  1. Suona Chitarra
  2. Il Signor G Nasce
  3. Io Mi Chiamo G (prosa)
  4. Eppure Sembra un Uomo
  5. Il Signor G e l'Amore
  6. G Accusa (prosa)
  7. Il Signor G Dalla Parte Di Chi
  8. Il Signor G Sul Ponte
  9. L'Orgia (prosa)
  10. Le Nostre Serate
  11. Com'è Bella la Città (1970)
  12. Il Signor G Incontra un Albero (prosa)
  13. Il Signor G e Le Stagioni
  14. Preghiera (prosa)
  15. Io Credo
  16. Maria Giovanna
  17. Il Signor G Muore

 

I Borghesi  - 1971

  1. I Borghesi
  2. Ora Che Non Sono Più Innamorato
  3. Che Bella Gente
  4. La Chiesa Si Rinnova (1971)
  5. Evasione
  6. L'Uomo Sfera
  7. L'Amico
  8. Latte 70
  9. A Mezzogiorno
  10. Due Donne
  11. Un Gesto Naturale

 

 


 

  • Creato il .