Gaber Day
da un’idea di Andrea Scanzi una serata interamente dedicata al Signor G
VENERDI' 19 GENNAIO | AREZZO
A 15 anni dalla scomparsa del Signor G, Arezzo dedica una grande serata all’artista milanese: il Gaber Day.
Tutto nasce da un’idea di Andrea Scanzi, che porta in giro da anni lo spettacolo Gaber se fosse Gaber.
Gli interpreti saranno tutti gaberiani doc.
Intanto l’ideatore che sarà voce narrante della serata, giornalista e scrittore aretino, Andrea Scanzi.
L’evento del 19 gennaio al Petrarca si incentrerà sul Gaber teatrale, quello che ha il coraggio di uscire dalla tv e che entra con Sandro Luporini nella storia. Gaber ha più volte recitato ad Arezzo, dal Petrarca al Politeama. Regia e direzione di scena di Simone Rota, esecuzioni musicali di Paolo Benvegnù, Giulia Casale, Syria. Sì, perché la serata, la cui durata è di circa due ore, si articola in una narrazione, in nove brani eseguiti live dai tre artisti e in video proiettati sul maxischermo con le esecuzioni di Gaber.
“Di fatto – spiega Andrea Scanzi – è una serata unica sul piano nazionale, un regalo ad Arezzo per non dimenticare un artista eccezionale e con una sorpresa che non svelerò ma che, garantisco, sarà speciale. Ringrazio molto il sindaco Alessandro Ghinelli, che ha appoggiato immediatamente la mia idea. A proposito di Gaber, Petrarca e Arezzo, penso sia stato il 1992 o l’inizio del 1993, qui ci fu una delle prime esibizioni di ‘Qualcuno era Comunista’ e io ero lì. Fu incredibile. Avevo già visto nel ’91 Gaber a Fiesole e sin da quella prima volta voglio bene a Gaber: sono terrorizzato dall’idea che la sua memoria si perda. Il nome “Gaber” lo conoscono tutti, ma se poi vai a scavare ti accorgi che Giorgio Gaber è conosciuto solo in modo superficiale: non ci si rende conto di quanto il patrimonio artistico di Gaber e Luporini sia smisurato. E il Gaber più forte, quello più geniale, è spesso quello che meno si conosce. Qualsiasi monologo, qualsiasi canzone hanno degli insegnamenti da dare. Sono convinto che Gaber e Luporini siano stati profetici almeno quanto Pasolini. In ogni loro canzone e monologo ci sono degli elementi di lucidità, profezia e forza che sono qualcosa di incredibile. Al Petrarca di Arezzo, con me, avrò delle garanzie: Giulio Casale è il più grande interprete di Gaber oggi. Paolo Benvegnù lo apprezzo da sempre e sa tutto di Gaber. Syria la conosco bene e so quanto stimi e adori Giorgio Gaber: amo una sua versione di ‘Se io sapessi’, la esegue in maniera pazzesca”.