Testo Il Suicidio - 1991/1992
Bella serata, proprio una bella serata. E poi gli amici ti tirano su, si parla si canta, si ride. Che risate si fa quando si ride. Va be’, spogliamoci và.
Tu guarda che faccia, spalle curve, le gambe magre, e ‘ste mutande, color pervinca, non importa, questa volta va a finire che lo faccio sul serio. Ma sì, bisogna farla finita, magari davanti allo specchio, sì nudo, via anche le mutande.
Ecco questo sono io. Gli specchi non servono a niente, non so neanche che faccia avrò con gli occhi chiusi. Non riesco a fregarlo, non importa. Questa volta va a finire che lo faccio per davvero.
Mi ricordo che una volta volevo ammazzarmi per amore, mi aveva detto che non mi amava più, un attimo prima che glielo dicessi io. Quel tanto che basta a farti impazzire.
Ti senti escluso abbandonato, e lei non si accorge neanche dell’ingiustizia che ti ha fatto. E tu, ti ammazzi. Così impara. E dopo, ti amerà per tutta la vita… la sua. Suicidio troppo emotivo, a caldo.
Ma tu guarda che faccia che ci ho io, non ci ho mica la faccia di uno che soffre. È il mondo che... Suicidio a freddo, di controinformazione. Pum e tutto cambia, e il mondo, fino a un attimo prima tremendo e ostile contro di te, viene subito a rotolarsi ai tuoi piedi come una palla docile sorniona scodinzolante affettuosa…un cocker. Peccato che poi non ci hai la soddisfazione di vederlo… il cocker.
Quasi quasi mi rivesto, e vado da Giuseppe, Giuseppe è sensibile, so già cosa mi dice, ci sono mille modi di riinteressarsi alla vita. Lui ci crede ciecamente alle passioni, mille modi, c’è gente che fotografa i rapaci nei loro nidi, e fa dei corsi meravigliosi per impadronirsi di queste tecniche speciali.
Ci sono davvero questi corsi sai, c’è tutto. Nooo, non posso distrarmi con la fotografia. Siamo così futili, che le distrazioni ci possono impedire, di ammazzarci.
No, meglio Athos allora, ma si Athos è più obiettivo, non sta mica a tirarmi su di morale coi soliti discorsi sulla vita, è troppo intelligente, vado lì, gli racconto tutto, tutto tutto fino alla fine… ecco Athos, lo vedi anche tu, sono un fallito. E lui, si, e mi indica la scogliera. ‘Sto deficiente, insensibile, ma che si ammazzi lui, la scogliera... casomai il modo me lo scelgo io, un modo che sia mio, un modo che sia giusto per…
Bisogna essere prudenti quando ci si ammazza, se no si fan delle figure dai, la scogliera, ma la scogliera, la sc, la scogliera va bene per Bergman, nordico, religioso, eh.
Gia, come si ammazzerà la gente importante eh? No dico, quelli famosi. Per dire, Barbato, Andrea Barbato… con calma. Scrive l’ultima cartolina, e si svena ssssvvv. Due gocce di sangue.
E la Dellera? Francesca, tutta nuda, uno spillettino…pss.
E Lucio Battisti? A fari spenti nella notte, questa era facile, e Craxi? Craxi sì, me lo vedo, una sfilata macchina scoperta, lui in piedi, sorride alla folla, paga un sicario. Martelli. Da una finestra, pum trac…come un presidente.
Occhetto… lapidato sì, dai suoi. E Cossiga? Cossiga in diretta tr reti unificate, esterna due parole, quattro, venti cazzate, tanto il Quirinale smentisce, arriva Galloni con il calice, la cicuta. E sulla sua tomba…solo gladioli.
E io, no dico io, con questa faccia, questa cameretta, queste mutande, potrei buttarmi sotto… troppo vitale. Oppure potrei… no, non va bene, ma possibile che oggi, non si riesca a trovare un modo che non sia vecchio, superato, inadeguato ridicolo.
Forse oggi esteticamente, mi rimetto gli slip pervinca, mi rivesto, esco, e vedremo come va a finire.
C’è una fine per tutto. E non è detto che sia sempre la morte.
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